Il regista antropologo che “tiene“ in vita i popoli

Angelo Giammarresi da anni si occupa di trascrivere le tradizioni orali 

degli indigeni che stanno scomparendo: «Voglio tornare a viaggiare»

Nato in Sicilia e da 15 anni trasferitosi a Cilavegna, Angelo Giammarresi è uno scrittore, regista e antropologo. Dedica gran parte della sua vita alla realizzazione di video producendo oltre 80 documentari di turismo e cultura, guide interattive e giochi per i più piccoli. Angelo ama viaggiare, stare a contatto con le persone e video-documentare i luoghi che visita e le abitudini locali delle rispettive popolazioni. Da queste premesse, nel 2016, è nato il progetto ìMy Indigenous Roots che, con la collaborazione di alcune organizzazioni attive nella protezione dei diritti degli indigeni, si pone l’obiettivo di trascrivere le tradizioni orali dei popoli nativi che stanno scomparendo in film e libri multimediali interattivi. «Prima del Covid che mi ha bloccato qui in Italia, sono rimasto quasi tre anni in Perù, nella selva centrale, dove ho frequentato una comunità mista di due etnie (Ashaninka-Yanesha) per approfondire la loro conoscenza così da comprendere le loro abitudini e la problematica della sopravvivenza – spiega il regista – ìMy Indigenous Roots è un progetto in continua evoluzione che si compone attualmente di quattro libri multimediali e del film ìNa’pa Chomoch. «L’iniziativa parte con ìShades of Sapmi, un breve saggio su un piccolo villaggio Sami (popolazione indigena scandinava) nella Norvegia settentrionale – va avanti Giammaresi – ìMapiniki e ìRacconti Interattivi della nostra tradizione Ashaninka-Yaneshacontengono invece un approfondimento sulla storia della comunità con cui Angelo ha vissuto in Perù. L’ultimo libro ìAmazzonia: Comunità indigene e rimedi naturali analizza il rapporto tra ambiente e uomo. I testi sono tradotti in italiano e disponibili nella parte multimediale in lingua originale. Infine, Na’pa Chomoch’ è un film che racconta la giornata tipica di un saggio indigeno Yanesha, con tutte le difficoltà legate all’avanzare della tecnologia. Nonostante abbia dovuto interrompere i miei viaggi, il mio progetto prosegue anche grazie alle opportunità che ci offre Internet. Tuttora sono alle prese con la realizzazione di un abecedario multimediale per i bambini della comunità Ashaninka-Yanesha perchè possano apprendere la lingua della propria etnia, che anche tra gli indigeni stessi, soprattutto tra i più giovani, sta scomparendo – conclude – e sono impaziente di tornare a viaggiare».

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