Il dramma del mondo alpino «La stagione ormai è persa»

Il responsabile del Cai analizza il difficile momento del settore

«Abbiamo deciso di dimezzare l’affitto al gestore del rifugio»

Un settore importante quanto purtroppo trascurato, una meta fondamentale per quanto riguarda le giornate in pace tra se stessi e la natura, per le vacanze rilassanti e rinfrescanti, per i luoghi di fuga più frequenti e per alcuni degli sport invernali più competitivi e affascinanti come lo sci: parliamo della montagna, che sicuramente è stata fortemente colpita dalle chiusure intermittenti e frustranti che stanno colpendo il nostro paese da ormai più di un anno. Esistono tante realtà che la montagna l’hanno sempre vissuta costantemente, e che a causa dell’emergenza sanitaria si trovano da ormai un anno in difficoltà. Ne abbiamo parlato con Roberto Ponzio, presidente del Cai Mortara, per fare il punto della situazione circa tutte le difficoltà che gli amanti della montagna purtroppo si sono ritrovati ad affrontare sconvolgendo soprattutto tutte le loro gite ed escursioni. «Tutto il comparto alpino ha vissuto un disastro – sottolinea senza troppi giri di parole il presidente dell’associazione – soprattutto economico». Arriviamo d’altronde da una stagione invernale, quella in cui la montagna è ovviamente molto frequentata, che è stata di fatto annullata dalle disposizioni in vigore. E così anche il rifiugio “Città di Mortara”, situato ad Alagna Valsesia (Vercelli) non ha certo vissuto mesi semplici: «Abbiamo avuto il rifiugio chiuso da settembre scorso, con la perdita di tutta la stagione invernale e parte anche di quella precedente, con la chiusura anticipata ai primi di marzo causa Covid, per cui abbiamo deciso di dimezzare l’affitto al nostro rifugista». Si cerca quindi di venirsi incontro, in un periodo complicato come questo, per “tirare avanti” senza lasciare indietro nessuno. E ancora: «Non è stato possibile salire al rifiugio, anche la funivia era ferma, è saluto solamente il gestore con la motoslitta per i controlli. Se e quando ci sarà un’apertura ai vari divieti – aggiunge Ponzio – il rifiugio resterà comunque chiuso fino ai primi di luglio, perciò per ora non abbiamo organizzato nulla. Vedremo». Il futuro rimane per adesso, insomma, incerto. Tutto ciò che i soci della sezione mortarese del Club Alpino Italiano hanno potuto fare in questo lunghissimo inverno è stato solo una qualche uscita individuale occasionale, soprattutto perché un altro problema si è presentato nel momento il cui non c’era la possibilità di uscire dalla propria regione, e trovandosi proprio sfortunatamente al confine col Piemonte e non potendolo valicare, i soci si sono trovati costretti a cercare delle alternative in Lombardia, che però potevano essere solo quelle situate nell’Oltrepò oppure quelle bergamasche. Tutte purtroppo «scomode da raggiungere e frequentatissime». Conclude il presidente: «Noi come Cai per ora non possiamo organizzare nulla, perché non sappiamo con che direttive del Cai centrale si riaprirà la stagione». Si attendono quindi riscontri per procedere con eventuali progetti futuri e soprattutto anche per capire con che tipologia di precauzioni ripartire, fino ad allora non sarà purtroppo organizzabile nulla di specifico. Si tratta di attendere tempi migliori, l’auspicio è che questi arrivino il prima possibile per rilanciare un comparto che è stato messo in ginocchio e che si spera possa ripartire presto, per il bene anche di chi grazie alla montagna ci vive. 

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