Risiede in città dal 2019. Ha lavorato con “Medici senza Frontiere”
e Unicef. Per questo è stato recentemente insignito del cavalierato
È stato insignito lo scorso anno del cavalierato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una motivazione straordinaria, per l’Ordine della Gran Stella d’Italia che viene conferito per ricompensare quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi. Enzo Falcone, 61 anni, è un medico italiano che ha avuto prima in Africa e poi soprattutto in Vietnam “dedizione e tutela per le comunità meno abbienti”. Quasi nessuno sa che Falcone è un cittadino mortarese e abita nei pressi di piazza Silvabella, quindi in pieno centro città. «Non da molto – ammette lui stesso – sono solo due anni che mi sono trasferito qui e mi trovo molto bene. Ho una casa spaziosa che dal momento in cui è iniziata la pandemia mi ha molto aiutato perché è di circa 120 metri quadri».
CONDIZIONI FRANCESCANE
Il suo stile di vita (anche qui a Mortara) è quasi “francescano”. Lo ammette lui stesso. È l’abitudine che il medico ha acquisito negli anni di professione sempre a contatto con popolazioni nelle parti più povere e bisognose del mondo. Come sia finito a Mortara lo spiega in questo modo: «Ho sposato una vietnamita e ho due figli con lei, Federico di 21 anni e Chiara di 19, che frequentano entrambi l’università di Economia a Edimburgo». Attualmente, però, abitano anche loro a Mortara con il padre Enzo e la madre Tam. «Sono ancora poche, per ora, le loro amicizie in città – spiega Falcone – abbiamo vissuto come tutti un anno difficile di pandemia e quindi tra il lockdown e la zona rossa e arancio che attualmente stiamo ancora vivendo non è stato facile acquisire o fare amicizie, al di là di quelle dei miei vicini di casa. Alcuni li ho anche curati. Una poi, purtroppo, è deceduta per questa malattia che stiamo combattendo in tutto il mondo». Falcone spiega perché ha comprato casa a Mortara: «Ho cercato il risparmio e un centro a portata di tutto. Il prezzo che mi è stato proposto due anni fa è stato vantaggioso. A Milano dove ho studiato e vissuto sino alla laurea non avrei potuto acquistare un appartamento a questi prezzi. Per questo da due anni Mortara è la mia residenza italiana».
«PRESENTERÒ LA MIA ASSOCIAZIONE»
Il dottor Falcone, però, non ha ancora potuto far conoscere nulla della sua attività umanitaria e della sua associazione “Care the People”. «Ci sarà certamente il tempo» dice, ma voglio che questa città, che mi piace molto, possa conoscere e condividere questa mia attività». Il medico ha lavorato in Medici Senza Frontiere dopo la laurea, dedicandosi alle zone più bisognose del mondo. L’attività medica di Falcone, è stata quasi interamente dedicata alla lotta all’Hiv. La storia del medico mortarese è veramente importante per il valore che ha trasmesso alle popolazioni dove ha prestato la sua professione e per le opere che è riuscito a portare a termine con la sua onlus “Care the People”. È per questo motivo che è stato insignito da Mattarella con il cavalierato. «Quando mi sono laureato a Milano mi sono detto: in Italia un dottore più, uno meno, non fa differenza. Nei paesi poveri invece la presenza di un medico potrebbe essere importante per la vita o la morte di un uomo».
MOGLIE E ATTERRAGGIO D’EMERGENZA
È iniziata così la sua avventura in Africa con Medici senza Frontiere, Unicef e altre cooperazioni internazionali. In uno dei suoi spostamenti, anche questo avventuroso, Enzo Falcone ha incontrato la moglie Tam: «Ero in Africa, in Guinea Bissau, per Medici senza Frontiere – racconta – Ma c’è stata un’emergenza in Vietnam e sono dovuto partire immediatamente. Oggi il Vietnam è uno dei paesi che progredisce di più al mondo, con un pil che si mantiene tra i 4 e 5 punti all’anno. Ma allora era veramente bisognoso di tutto. Nell’aereo, partito da Parigi per Hanoi, però, ci fu un guasto al carrello e dovemmo affrontare un pericoloso atterraggio d’emergenza. Si diffuse il panico a bordo e una giovane vietnamita che era seduta in fianco a me ha avuto una crisi isterica. Per calmarla le ho dato due schiaffi. Ed è così che ho incontrato per la prima volta la donna che poi sarebbe stata la compagna della mia vita». Per capire in sintesi Enzo Falcone c’è la leggere le motivazioni del cavalierato: “Ha maturato una spiccata reputazione internazionale in campo sanitario, in virtù della sua lunga attività presso organizzazioni internazionali sia multilaterali che non governative, sempre condotta con professionalità, dedizione, solidarietà e spirito di servizio. Collega e sodale del medico e microbiologo Carlo Urbani, ne ha condiviso e continua a trasmetterne i valori di dedizione e tutela delle comunità meno abbienti nel Sud-Est Asiatico”.
CARLO URBANI, UN VERO AMICO
L’incontro con Carlo Urbani è avvenuto per Enzo Falcone quando da giovane entrambi erano militanti in Medici Senza Frontiere. Urbani poi fu lo scopritore della Sars e di quella malattia, purtroppo è anche morto. Falcone ha voluto dedicargli un ospedale a Danang, in Vietnam dotato di dieci posti letto e di tutte le principali specialità: Medicina generale, Chirurgia generale, Ostetricia, Chirurgia Pediatrica, Rianimazione, Oculistica, Dermatologia, Epatogastroenterologia – Endoscopia digestiva, Otorinolaringoiatria. Questa è solo una delle tante attività meritorie di volontariato improntate specialmente all’aiuto dell’infanzia attraverso la sua associazione “Care the People” che ha “efficacemente contribuito alla diminuzione della povertà e alla promozione dell’uguaglianza sociale in Vietnam centrale”. Ha agito per mezzo di iniziative a beneficio di minori e donne in condizioni di povertà estrema e Falcone ha guadagnato stima e riconoscimento non solo presso la società e le autorità vietnamite, ma anche in ambito italiano e internazionale. Il medico mortarese è diventato “un punto di riferimento anche per la comunità italiana residente nel Vietnam centrale e meridionale, contribuendo a diffondere e promuovere una immagine positiva e solidale dell’Italia all’estero”.
QUANDO RENZI GLI REGALÒ UNA VESPA
E a Mortara, ora che ha 61 anni, cosa farà? «Intanto voglio promuovere anche qui la mia attività, ma devo aspettare che finisca questa pandemia. Poi cercherò di far conoscere quel che ho realizzato, proprio perché questo aiuterà “Care the people”». Falcone spiega che «non servono soldi per fare tutte queste cose, servono soprattutto gli uomini capaci di realizzarle». «Uomini e progetti credibili. In questa maniera i soldi arrivano. In Vietnam per mangiare in una trattoria basta un’euro. Gli aiuti medici hanno la stessa proporzione. Con un piccolo contributo si possono fare grandi cose. Quando è stato necessario ho siglato accordi di cooperazione internazionale con i Governi. Quando venne in Vietnam Matteo Renzi come presidente del consiglio visitò lo stabilimento della Piaggio e i dirigenti dell’azienda ci donarono una Vespa. Ecco perché è necessario essere propositivi e avere le idee chiare su quel che si vuole fare».