Il Comitato lavora sodo e vuole la Sagra di sempre

Il presidente Andrea Maffei: «Noi vogliamo pensare che a settembre la pandemia sia sotto controllo e che si torni a una nuova normalità»

È necessario cominciare a pensare alla sagra del Salame d’oca, la manifestazione più importante della città. Se saranno autorizzate le fiere e le sagre e con quali restrizioni o indicazioni è ancora da capire. Ma il Comitato Sagra si è riunito giovedì scorso e ha deciso di programmare per non farsi trovare impreparato. «Noi partiamo con il presupposto di essere pronti a svolgere un programma completo di manifestazioni – afferma Andrea Maffei, presidente del Comitato – certo potrebbe essere senza troppo sfarzo, ma vorremmo cercare di fare tutto per valorizzare il prodotto che è un volano importante della nostra economia. Siamo già stati parecchio penalizzati nell’anno che abbiamo trascorso». Nella riunione del direttivo del Comitato Sagra è stato deciso di richiedere ogni permesso e ogni autorizzazione come se la manifestazione si dovesse fare in tutto e per tutto nella maniera tradizionale. «Certo capiamo anche noi qual è il periodo. Attendiamo le direttive e poi analizzeremo le cose possibili e quelle che invece non lo sono. Ma il nostro scopo di fondo è puntare sul “food” ovvero sul cibo e sull’alimentazione. Inoltre il salame d’oca deve essere una promozione di Mortara e della sua economia oltre che un evento gastronomico e culinario». Ci sono altri aspetti che non sono secondari per realizzare almeno questo primo passo. Il primo è quello storico e folcloristico. «Qui abbiamo al lavoro il Magistrato delle Contrade. Posso solo dire che il Palio, il gioco dell’oca, è un buon obiettivo primario. E se si dovessero fare il mercato e la fiera non credo che ci sarebbero meno assembramenti che per la sfilata. Quindi queste variabili devono essere tutte mantenute possibili, senza scartarne neppure una. Ma su questo avremo possibilità di confrontarci anche nelle prossime settimane». Un altro dubbio da risolvere è quello delle serate e dei giorni che precederanno la domenica della sagra. Gli scorsi anni erano riempiti con la fase finale dei Tripas in piasa. Ma quest’anno? «Organizzare i Tripas quest’anno era impossibile, le prime date sarebbero cadute in piena pandemia ancora in corso – prosegue Maffei – Nessuno però ci vieta di pensare a un’isola pedonale nelle due sere che precedono la sagra. Vediamo anche quali passi vuole fare il Comune in questa direzione». Un altro tema molto interessante è quello della Mostra del Palmipede. «Anche qui dobbiamo aspettare le direttive che erano già tanto stringenti negli scorsi anni tanto da farci sempre temere sino all’ultimo di non poterla fare a causa dell’aviaria. A maggior ragione quest’anno ci sarà molta severità. Ma non disperiamo. Quel che dico, però, è che dobbiamo cercare di portare a casa una sagra completa, con l’obiettivo primario di avere una domenica con tutto quel che serve, soprattutto per il discorso gastronomico. Anche la nostra parte di “O Che Bontà” potrebbe essere realizzata, non più sotto un capannone, al chiuso, ma all’aperto sotto degli ombrelloni o gazebo. Ci dovremo adattare alla nuova normalità che ci accompagnerà ancora per un po’». 

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