“Brevi ricordi Pianzolini” Un’opera di Monica Masini

È un testo di ventiquattro pagine dove si percepiscono il tempo e la vita delle suore così come erano viste da una ragazza in oratorio

È stato tradotto in uno scritto di ventiquattro pagine il ricordo diretto che Monica Masini, un’educatrice di Mortara, ha avuto con le suore Pianzoline. Il “pamphlet” è stato prodotto con la tecnica del “flipbook” ed è realizzato da Adriano Arlenghi, che l’ha messo a disposizione “online” nella libreria virtuale al sito “https://online.fliphtml5.com/rmoyj/hxom/”. Monica Masini ha scritto i ricordi che le sono nati dal cuore, per aver incrociato, sia negli oratori mortaresi che nella stesure delle sue due tesi le suore e la vita del beato Pianzola. «Sono poche pagine – afferma Monica Masini – che ho scritto volentieri su proposta di Adriano Arlenghi – io sono cresciuta all’oratorio e le suore mi hanno accompagnato per gran parte della vita. Poi all’Università ho affrontato due tesi, una per la laurea in Scienza dell’educazione e l’altra per Scienza della formazione primaria all’Università Cattolica. Mi sono dedicata allo studio di Padre Pianzola e alle mondine e l’ho fatto con la vicinanza e la collaborazione di suor Tiziana Conterbia, che è stata la postulatrice della causa di beatificazione di Padre Francesco Pianzola. Non mi è stato difficile raggruppare la descrizione dei miei sentimenti per le suore e per Pianzola». Nelle pagine di “Brevi ricordi pianzolini” Monica Masini riassume con rapide pennellate alcuni ricordi del tempo. Piccole battute ma di un effetto rapido sulla “mitica suor Romualda”. «A questa sorella – dice la Masini – penso sempre con riconoscenza e dispiacere (…) Mi ha fatto vedere mille volte con quale entusiasmo si può essere vicino al cuore e ai giochi dei bimbi. Dispiacere perché quando arrivavo all’angolo dell’oratorio dove si assiepavano i piccini diceva: ecco, quando arrivi tu, non mi guardano più!».  Del Tabernacolo (in cui sono custodite le ostie) una suora diceva: «Non posso toccare la tendina dietro la porticina, altrimenti Gesù vola via». Frase che serviva a instillare il senso del sacro ma la Masini passò gli anni seguenti a cercare di sbirciare dentro il Tabernacolo durante le messe cercando di intravedere Gesù fantasmino mentre volava. Il racconto prosegue rapido con la descrizione della vita dell’oratorio di via Mazza, fino all’evoluzione che permise anche ai maschi delle medie e superiori di venire in quel luogo esclusivamente femminile («una pietra miliare»). Ma ci sono aneddoti anche su Don Adriano («amatissimo maschilista») e su alcuni passaggi della vita di Pianzola ad esempio sul ballo, di cui il Beato evidenziava la pericolosità. Ma per festeggiare la sua beatificazione tra le mille iniziative – conclude la scrittrice – ci fu anche la realizzazione di un musical. «Non potei fare a meno di domandarmi  che ne avrebbe pensato lui ai suoi tempi. L’avrebbe considerato teatrino, quindi apprezzabile, o pericolosamente vicino al diabolico ballo?». 

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