Per Antonello Degiorgi nuova avventura a Crotone

Come preparatore dei portieri della Pro Vercelli è arrivato fino in serie B. Ora il passaggio alla società calabra. Il ricordo di quando esordì giovanissimo

Il calcio è il suo mondo. Una carriera da professionista come estremo difensore, in particolare nel Novara ma anche nel Tempio e nella Solbiatese in C2, e quindi l’avventura come preparatore dei portieri. Un percorso che porterà nella prossima stagione il mortarese Antonello Degiorgi, 56 anni, a entrare nello staff del Crotone, in serie B, dopo 12 anni vissuti in Piemonte. «Dopo l’esperienza a Busto Arsizio – racconta Degiorgi – nel 2009 sono arrivato a Vercelli, all’allora Pro Belvedere». Società che, in seguito, ha raccolto l’eredità della storica Pro Vercelli, sette scudetti all’attivo: «Siamo partiti dai dilettanti e ci siamo ritrovati in serie B. A Vercelli d’altronde c’è tutto per fare bene – prosegue Degiorgi, una barba fluente che lo rende riconoscibile sui campi di tutta Italia – è una realtà inserita nel panorama nazionale. Un conto, in fondo, è partire dal basso ed essere in carriera un discreto professionista come sono stato io, un altro è incrociare, come accaduto nel corso degli anni, piazze come Venezia, Verona, Bologna. Senza dimenticare le emozioni di quando vincemmo il campionato di C a Modena. Mi trovavo in tribuna, perché in C lo staff tecnico non poteva andare in panchina. Quando l’arbitro fischiò la fine non riuscii neppure a esultare, ero letteralmente impietrito dall’emozione e dalla soddisfazione. Si sente dire che se fai un lavoro che ti piace in fondo non lavori mai, e per me è così. Arrivare in B fu incredibile, ora dopo qualche anno ne parlo in un certo modo, ma farlo arrivando dai dilettanti regalò sensazioni particolari». E adesso la nuova avventura a Crotone, una delle grandi società del sud, dove Degiorgi ritroverà mister Francesco Modesto e anche il portiere classe 2000 Gianluca Saro, che ha cresciuto personalmente: «Ma è stata una sua scelta personale, non dettata dal mio passaggio a Crotone» tiene a precisare il preparatore mortarese, che aggiunge: «Essere professionisti, nel calcio, non è sicuramente semplice. Se pensiamo poi ai preparatori dei portieri, ogni società ne ha uno, quindi le opportunità non sono infinite. Tolta la serie A e alcune piazze di B, il mondo del calcio non è ricco, si guadagna lavorando, di certo non si può vivere di rendita. Sono stato diverse volte a Crotone da avversario, e oggi è una realtà diversa, la seria A l’ha modificata in termini di organizzazione e potenziale. Mi ha impressionato». Degiorgi ancora oggi abita a Mortara: «Qui c’è sempre la mia famiglia. Gli impegni che ho, che caratterizzano soprattutto il fine settimana, ovviamente non mi fanno partecipare alla vita sociale in città. Ma io sono e resto di Mortara. Le mie amicizie sono solide. Ho giocato nel Mortara, e per un periodo ho anche collaborato. Ci ha giocato pure mio figlio Nicolò, che oggi fa parte dello staff dell’Alessandria appena promosso in B». Che Antonello avesse una marcia in più, lo si comprese presto: «Nell’80/81 andai all’Atalanta un po’ di rimbalzo perché ero in realtà andato a provare per l’Inter, ma arrivavo proprio dal settore giovanile del Mortara. Poi sono rientrato, era l’epoca in cui la società era in mano a Bobo Gori. Fu lui a intravedere qualcosa in me, e mi fece giocare in prima squadra. Mi mandò a provare a Novara, da lì partì la mia carriera.  Iniziai presto ad avere un’idea itinerante della vita, e oggi ho al mio fianco mia moglie Laura che mi permette tutto ciò». Professionista nella vita, ma disponibile e sincero quando si tratta di raccontarsi, Antonello Degiorgi in fondo, per tanti, è rimasto quello stesso ragazzo che da giovanissimo con la maglia del Mortara aveva subito sorpreso. Mostrando quel qualcosa in più che ancora oggi, in un calcio dalle tanti contraddizioni ma in cui ancora la passione può fare la differenza, rappresenta un grande valore aggiunto.

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