Il centro culturale è una vittoria non scontata che vuole essere un messaggio e la vera eredità da lasciare alle nuove generazioni
Caro direttore,
ti rubo un po’ di spazio per celebrare la storia di un successo quasi tutto mortarese. Esattamente il 14 luglio di dieci anni fa veniva inaugurato il Civico.17. Le immagini del fiume di gente che quel giorno venne a vedere quanto era stato fatto resteranno indelebili nelle memorie di chi c’era, ma più ancora resterà il lavoro fatto per arrivare a dotare Mortara di un centro culturale di altissimo livello. Un luogo che univa (e unisce) il concetto di biblioteca a quello ancora più grande di “comunità”, che avrebbe permesso (e permette) di leggere, studiare, scambiare idee e crescere. Il tutto mettendo assieme profili diversi, età diverse, esperienze diverse, creando così quello che, anni dopo, ha preso il nome di “mix sociale”. Custodisco gelosamente le pagine degli inserti dei quotidiani nazionali che nei mesi successivi definirono il Civico.17 un “centro all’avanguardia” della cultura in Italia. Assieme ad esse ho stampato anche una fotografia (la vedete qui in pagina) che racchiude quasi tutti i volti delle persone che quel “mezzo miracolo” lo hanno reso possibile. Di quel quinquennio da assessore è forse l’immagine che preferisco. Scattata a poche ore dall’inaugurazione, tutti riuscimmo a sfoggiare un invidiabile sorriso nonostante non chiudevamo occhio da giorni, da tanta era la tensione che ci pervadeva. La storia del Civico.17, però, è soprattutto la storia di una vittoria. La vittoria di chi nella vita ha avuto il coraggio di fare (magari anche sbagliando) a scapito di quelli che, con pavidità, preferiscono criticare, rigorosamente a braccia conserte. È una vittoria perché dieci anni dopo siamo ancora qui a vivere il Civico.17, mentre la stragrande maggioranza di quelli che lo criticava si è dissolta come neve al sole, sparita nel dimenticatoio. E sia chiaro, il mio non vuole essere un discorso rancoroso, di rivincita personale verso chi ha versato inchiostro e veleno contro questo progetto. Al contrario, l’intenzione di definire quella del Civico.17 una “storia vincente” vuole essere un messaggio d’incoraggiamento per le nuove generazioni: abbiate il coraggio di osare, di progettare cose che di primo acchito sembrano irrealizzabili e date tutto quello che avete per riuscirci. Se ce la farete avrete vinto, come abbiamo fatto noi dieci anni fa; se non ce la farete, pazienza, avrete vinto ugualmente, perché ci avrete creduto e provato. È questa, secondo me, la vera eredità che, due lustri dopo, il Civico.17 consegna alla città di Mortara. Buon compleanno Civico.17. E mi raccomando, non mollare mai.
Ps: volutamente in questo ricordo non ho fatto nomi e cognomi, perché in quei mesi siamo riusciti a creare una squadra vera, affiatata, dove tutti hanno giocato in ruoli chiave. Il rischio di dimenticarne qualcuno sarebbe stato troppo alto. E imperdonabile.
*ex assessore alla Cultura del Comune di Mortara
e giornalista di Libero