La fanfara dei bersaglieri, la messa al campo e tanti amici hanno condiviso il momento intenso rievocato con un commovente filmato
Un lustro, cinque lunghissimi anni. Tanto è passato da quando Paolo Sedino, per tutti “il Notaio”, ci ha salutati. La sua famiglia e i suoi amici, però, non l’hanno mai dimenticato e così anche quest’anno si sono ritrovati tutti all’ombra dei pioppi della “sua” Liberata per ricordarlo come lui avrebbe voluto. Prima una messa celebrata da don Emilio Pastormerlo, poi un video che ha ripercorso la sua storia e quella delle persone che in questi anni hanno avuto la fortuna di incrociare la strada della vita con la sua. Paolo era uomo pieno di sorprese e così, anche domenica la figlia Stefania, ha voluto perpetrare la tradizione. Il Notaio, scomparso a 76 anni il 6 settembre 2016, era un uomo di legge, saldamente ancorato a valori sempre meno comuni. Ma radici profonde e mai recise lo legavano in maniera indissolubile alle forze dell’ordine che lui riconosceva come un’identità che conforta, rassicura, che ci fa sentire parte integrante di un Paese che crede fermamente nelle proprie istituzioni. In molti sanno che ha fatto parte dell’Arma dei Carabinieri (domenica era presente una folta delegazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo di Mortara). In pochi però si ricordano che è stato anche un Bersagliere e ha partecipato alla parata del 2 giugno 1967 a Roma con presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e capo del Governo Aldo Moro. E allora ecco, domenica, risuonare nell’aria le note della Fanfara dell’Associazione Bersaglieri di Vergiate che è arrivata di corsa sul prato della Liberata strappando applausi ed emozionando tutti i presenti. La mattinata di clima estivo ha permesso a tutti di assistere alla celebrazione eucaristica alla presenza di parenti, tantissimi amici, colleghi di lavoro e una delegazione degli Scout. Il filmato proiettato ha poi ripreso pochi attimi di uno straordinario video che risale al 16 gennaio del 2007. Alla Liberata le telecamere di Sky girarono una lunga e meravigliosa puntata di “Caccia e pesca”, condotta dal giornalista romano Bruno Modugno. Il tuffo di commozione per tutti i presenti è stato fortissimo nel risentire la voce di Paolo Sedino, mentre racconta l’arte venatoria, sua altra grandissima passione. Scrivemmo, nel tragico giorno della sua scomparsa (era un martedì e il nostro settimanale doveva andare in macchina prima di notte) che Paolo «per più di quarant’anni è stato notaio: incalcolabile il numero di persone che nel tempo ne hanno saggiato le doti professionali, tutte all’insegna della competenza e della serietà. Ma Paolo non era solo un immenso professionista. Era soprattutto una persona dall’ intelletto vivace, sempre aperto alla conoscenza e sospinto da quell’appetito di sapere che si chiama curiosità. Aveva un’intelligenza fine, molteplici interessi culturali, un marcato senso dell’umorismo e la piacevole inclinazione alla goliardia». Anche domenica, senza dubbio, questo suo modo di essere era vivo nel ricordo di tutti i presenti. E lui era certamente lì, assieme a tutti noi. Grazie Paolo per tutto quello che ci hai dato. Il giornale, creato da te, che ancora oggi realizziamo, segue i tuoi insegnamenti.