Dai presidi sì a una maturità più “snella” «Ma rigettiamo il 6 politico agli scrutini»

L’allerta pone dubbi su come saranno gli esami di Stato
C’è chi chiede commissari interni e solo la prova orale

Sospese le lezioni in aula, in queste settimane la didattica a distanza è diventata la norma per gli studenti italiani. Ogni mattina, dal lunedì al venerdì, la campanella suona a casa di ciascuno e grazie ai nuovi mezzi tecnologici i professori spiegano, correggono e interrogano virtualmente. Se il mondo scolastico sembra ormai essersi adattato a questa nuova realtà, restano però molti dubbi riguardo agli Esami di Stato di questo anno così anomalo. Ad oggi, infatti, alle scuole non è ancora giunta nessuna indicazione circa le modalità di svolgimento degli esami di terza media e di maturità, che quasi sicuramente subiranno modifiche radicali: nei giorni scorsi, qualcuno ne ha addirittura ipotizzato l’annullamento, così come accaduto ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. I primi a intervenire sono i dirigenti scolastici di Vigevano. Interviene Alberto Panzarasa, preside del liceo Cairoli: «Dopo il primo decreto che rende valido l’anno scolastico a prescindere dal numero delle assenze, ora ne attendiamo un secondo che ridisegni la maturità. In qualche modo l’esame conclusivo va sostenuto, pur cambiandone la struttura. Io auspico un colloquio orale di fronte a una commissione prettamente interna, al massimo con un presidente esterno in qualità di garante. Le prove scritte, se previste, non potranno essere di carattere nazionale: i giorni di sospensione delle lezioni variano da Regione a Regione. Escluderei poi l’idea di rimandare la maturità a settembre: archiviato dignitosamente questo anno scolastico, dopo l’estate bisogna ritornare alla normalità». Queste le considerazioni di Stefania Pigorini, dirigente dell’istituto tecnico statale Casale: «Il 6 politico agli scrutini – dichiara – è un messaggio che non mi piace: docenti e studenti hanno lavorato e continueranno a farlo in queste settimane, il loro lavoro deve essere rispettato. Per quanto riguarda la maturità, non sarà come le altre. Una commissione di soli interni, potrebbe essere un modo per trasmettere serenità agli alunni. Detto questo – va avanti la preside Pigorini – i ragazzi di quinta concludono quest’anno un percorso di cinque anni. Non devono essere gli ultimi mesi a condizionare l’esito del loro percorso di studi, abbiamo il dovere e l’obbligo di fare in modo di garantire a tutti di valorizzarlo: sono loro stessi a chiedere ai docenti di ricevere una valutazione vera e non “politica”. Svolgere invece l’Esame di Stato o gli scrutini a settembre – conclude Pigorini – potrebbe essere una soluzione, ma la ritengo complessa e poco praticabile in quanto si dovrebbe ricorrere a supplenti, che non conoscono né la scuola né gli alunni e rappresenterebbero un costo aggiuntivo per lo Stato». Queste invece le considerazioni dei presidi mortaresi. «Dopo l’annuncio di iniziative volte a ridefinire gli esami conclusivi – spiega la dirigente dell’Istituto comprensivo di Mortara, Piera Varese – il ministero è passato al silenzio. La sospensione delle lezioni sarà prolungata e il 3 aprile non sarà la data effettiva di ritorno alla normalità. Nemmeno sulla formazione a distanza sono giunte indicazioni univoche da Roma: pur sfruttando la tecnologia come mezzo formativo complementare, non eravamo certo pronti a utilizzarla come unico metodo didattico». Simili sono le sensazioni della dirigente del liceo Omodeo, Reda Furlano: «Purtroppo non abbiamo ancora nessuna informazione certa. Ipotizzo che ci si rifarà alle misure straordinarie adottate nel passato: tutte le possibilità sono sul tavolo, dalla semplificazione degli Esami di Stato al loro annullamento e sostituzione con uno scrutinio finale. Per ora possiamo solo osservare che, nonostante il grande sforzo di tutti, non è possibile svolgere tutto il programma a distanza». «Molto dipenderà da come evolverà la situazione – spiega Elda Frojo, dirigente dell’istituto professionale Ciro Pollini – ma dubito che l’esame di maturità possa essere annullato in toto. Più probabile è una riduzione del numero delle prove, magari prevedendo solo un colloquio di fronte ai commissari interni: una decisione simile ridurrebbe notevolmente i tempi e tranquillizzerebbe i ragazzi, che nonostante la didattica online non hanno potuto usufruire appieno dei servizi scolastici». L’orizzonte è ancora incerto ma quel che è certo è che il tempo corre e sono in tanti tra gli addetti ai lavori a chiedere risposte definitive.

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