Lorena racconta il suo Coronavirus tra febbre e voglia di tornare al lavoro

Non è solo sindaco di Parona, ma anche primario del reparto di Medicina dell’ospedale Asilo Vittoria. E proprio in ospedale il dottor Marco Lorena ha contratto il Coronavirus, per cui è dovuto assentarsi dal lavoro dieci giorni fa e adesso si trova a casa, in quarantena con la speranza di poter tornare operativo alla fine di questa settimana. «I sintomi sono stati deboli – afferma -. Il decorso di questa malattia è spesso di questo tipo. Altre volte, purtroppo, è ben più pesante, oltre ad essere molto contagiosa, come ormai tutti sapranno. Per questo il consiglio a tutti è quello di osservare la massima prudenza, come ormai abbiamo ampiamente imparato. Nonostante ciò qualche furbo c’è sempre. Anche a Parona è stato fatto un verbale». Marco Lorena è in malattia, isolato presso la propria abitazione e quindi ha lasciato il comando del municipio al vice Massimo Bovo. «È molto bravo e i nostri concittadini lo sanno. Abbiamo comunque attivato tutte le procedure necessarie per la popolazione, contattando gli ultra 65enni in caso avessero bisogno di aiuto. È stata coinvolta anche la Caritas». Il sindaco e il primario, in tempi come questi, però, sono due professioni che non potevano essere svolte contemporaneamente. «Fin da prima che avessi il problema del Covid – prosegue Lorena – avevo già coinvolto il vice sindaco perchè la pressione ospedaliera è cresciuta rapidamente in maniera esponenziale. Già prima dello spostamento avevamo un reparto di Medicina che aveva iniziato a raccogliere molte patologie importanti che ci arrivavano da fuori. Inoltre dei medici sono stati spostati, quindi abbiamo dovuto far fronte all’emergenza in corso con tutte le nostre forze per turni e presenze». Poi succede anche che ci si ammala. Una possibilità su come si sia infettato il primario è stata già tracciata a livello interno. Verrà accertata. Ma questo è ormai un discorso superato per Lorena. L’importante è tornare a offrire la presenza sul campo, appena la diagnosi sarà sciolta. La scorsa settimana, infatti, il reparto è stato trasferito nel padiglione nuovo, al posto della Broncopneumo chiusa, con i medici di quel reparto trasferiti in ospedali dedicati al Coronavirus. La nuova sistemazione prevede mezzo reparto per positivi e un altro per negativi. «Ma non è facile stabilirlo a priori – prosegue il primario – perchè ci sono state polmoniti che il giorno prima erano negative e il giorno successivo positive. L’evoluzione di questa malattia è subdola». Un altro problema rilevante, comune a tutti, è quello delle misure di protezione. «Ne abbiamo poche e questo mette ulteriori rischi nella situazione in corso. Allora ho cercato di battere cassa presso tutte le aziende di Parona, e tutte hanno risposto offrendo tute in Tyvec e mascherine». Ma quel che ha toccato il cuore del primario Lorena è stato il nuovo rapporto che si è venuto e creare in reparto: «L’emergenza ci ha fatto stringere i denti, ho visto personale e medici cambiare anche nel carattere per combattere una battaglia che non ha precedenti. I nostri problemi personali sono stati tutti buttati alle spalle. Devo ringraziare davvero tutti. Ho potuto fare queste considerazioni perchè sono a riposo e ho il tempo di riflettere. Se fosse stato in servizio non avrei potuto». Anche i pazienti si sono resi conto che i medici mettono in gioco la propria per salvarli. E oggi in reparto si tornano a sentire frasi dimenticate da tempo: «Dottore, grazie, Dio la benedica».

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