La riapertura delle piscine è ancora appesa a un filo

L’impianto chiuso fino a domenica, ma rimangono i dubbi
sulla stagione estiva: «Attendiamo le decisioni del ministero»

Rimane ancora in un limbo la riapertura delle piscine. L’ultimo Dpcm del 26 aprile ha prolungato la chiusura degli impianti natatori fino al 17 maggio. Ergo, i prossimi saranno giorni cruciali per capire se la stagione estiva partirà secondo i programmi della Padana Nuoto, la società che organizza i corsi per tutte le età e all’attivo vanta circa 80 atleti. L’emergenza Coronavirus ha sospeso da due mesi tutte le attività all’interno dell’impianto di via dell’Arbogna e al momento non è dato sapere se la struttura potrà riaprire al pubblico l’ultima settimana di maggio, quando di consueto si apre la stagione estiva. Interpellati sull’argomento, a testimonianza di quanto il momento sia delicato, gli organizzatori si lasciano andare a poche battute. «Al momento non è possibile fare delle previsioni – osserva il direttore tecnico della Padana Nuoto, Andrea Grassi – come tutti coloro che si ritrovano nella stessa situazione, seguiamo l’evolversi degli eventi. La Fin (Federazione italiana nuoto, ndr) – va avanti – ha proposto al ministero della Salute delle linee guida per la riapertura degli impianti che speriamo possano essere recepite. Se le condizioni sono ottimali e lo consentiranno, potremmo pensare di riaprire al pubblico ai primi di giugno. L’auspicio è che ci siano persone disposte a venire e che gli strascichi dell’emergenza sanitaria non si protraggano ulteriormente», conclude Grassi. Tra le linee guida indicate dai vertici federali, tra le altre cose, figurano le attività individuali sia all’aperto sia al chiuso e la turnazione degli atleti sul campo o nello stesso spazio, oltre al rispetto delle norme igienico-sanitarie e al mantenimento della distanza interpersonale di un metro (due in caso di attività metabolica a riposo). Per inciso, la storia della piscina comunale di Mortara ha vissuto vicende travagliate negli ultimi anni. Dapprima con la scoperchiatura del tetto, nell’aprile 2017, a causa di una tromba d’aria, fatto che ha reso inagibile l’impianto coperto per diversi mesi, mettendo a rischio anche la stagione invernale. Poi la diatriba sul cambio di gestione, con il passaggio ad As Mortara dallo scorso prima gennaio. Infine l’emergenza Covid-19 che, dopo aver costretto alla sospensione di tutte le ultime attività, getta un’ombra sulla stagione estiva ormai imminente. Le prossime ore potrebbero già essere decisive. Quel che è certo è che in via dell’Arbogna si attende una risposta.

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