Pelli sfrutta il Covid per evolvere la sua arte

Il pittore mortarese è in una fase di profonda riscoperta
«Ho rimesso mano ai libri alla ricerca di nuovi percorsi ideali»

«Sto cercando nuove strade artistiche: il periodo di inattività dovuto al Covid-19 mi sta spronando in questo senso». Roberto Pelli riassume così le giornate passate nella sua abitazione mortarese: il pittore ha sfruttato questi momenti per rivedere la sua arte. «Ho attraversato una sorta di evoluzione artistica – spiega Pelli, nato a Garlasco nel 1945 e trasferitosi nel 1970 a Mortara – Ho approfittato di questa pausa di riflessione per riprendere in mano alcuni libri di settore e studiare nuovi ideali percorsi: vorrei partire sempre da Piero della Francesca e dai paesaggi di Giorgio Morandi per sperimentare qualcos’altro, ancora indefinito». Pelli ha iniziato a dipingere come autodidatta negli anni Settanta. «I miei punti fermi sono Morandi e Modigliani», ha sempre ripetuto l’artista lomellino, la cui luce delle opere non è mai violenta. Una nota di malinconia traspare dai suoi lavori, che sembrano eseguiti in un tempo diverso, antico. La sua pittura di paesaggi nasce anzitutto dall’amore per la terra di Lomellina, che ha sotto gli occhi da sempre. Pelli impara a “vedere”, a interpretare i segni, la luce, i colori: il filtro della memoria e una certa suggestione montaliana conferiscono ai suoi lavori un linguaggio del tutto personale. I suoi quadri non hanno titolo: le sue ultime mostre s’intitolano, molto semplicemente e significativamente, “Lomellinità”. «Pelli esordisce focalizzando l’attenzione su due temi: i fiori e il paesaggio lomellino – si leggeva nella presentazione di una sua recente esposizione – L’artista, senza mai declinare il linguaggio pittorico naturalistico, rielabora in senso metafisico le immagini che percepisce con lo sguardo interiore per trasfonderle, con l’ausilio dell’originale cromia, nel singolare e pregevole ordito della trama finale».

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