Turismo di prossimità È il momento di agire

«Il 55% delle persone non si sposterà dalla propria regione,
occorre fare rete per invitare i milanesi a scoprire la Lomellina»

Non sarà forse l’estate dei grandi viaggi verso mete esotiche. E allora perché non promuovere con forza e una volta per tutte, il turismo in Lomellina? Analizzando questa fase storica, infatti, il senatore ed ex ministro a turismo e politiche agricole Gian Marco Centinaio prova a tracciare la rotta: «Indubbiamente questa situazione è anomala per tutti i settori dell’economia italiana e mondiale, ma è altrettanto fuori dubbio che il turismo sia il comparto che più sta pagando e più pagherà. A inizio emergenza il primo passo ha riguardato la rinuncia agli spostamenti, e il turismo di fatto è collassato nel giro di 24 ore. Purtroppo in questo ambito non esiste smart working: le agenzie hanno chiuso, così anche tour operator e alberghi. Da una stima fatta dalle associazioni di categoria, il mondo del turismo perderà qualcosa come il 75% rispetto allo scorso anno. E un sondaggio informale rileva che il 55% degli italiani quest’anno preferirà rimanere all’interno della propria regione o addirittura provincia, a prescindere da quelle che saranno le disposizioni. Del restante 45%, il 10% vorrebbe andare in vacanza ma non ha ferie a disposizione, il 15% non ha soldi a sufficienza. Rimane quindi una piccola percentuale di persone con denaro, voglia e tempo, ma anche senza paura di viaggiare. Questa, in sintesi, è la fotografia attuale». E se ci aggiungiamo il rischio di avere pochi turisti dall’estero, il quadro è presto raccontato. Eppure – prosegue Centinaio – «l’Italia saprà uscirne, seppur con le ossa rotte». Come? Ad esempio promuovendo il turismo di prossimità, cioè valorizzando quanto di splendido hanno da offrire i singoli territori. La Lomellina non fa eccezione, anzi: «C’è bisogno prima di tutto che vengano fissate in maniera rigorosa e certa le “regole del gioco”. Dalle sagre alle piscine, passando per gli eventi aggregativi, occorre sapere bene quale potrà essere la nostra quotidianità. Fatto ciò, entra in gioco quel 55% di italiani che non si allontanerà molto da casa: l’occasione è il turismo di prossimità, spiegando ad esempio ai milanesi e non solo che dalle nostre parti esistono luoghi da visitare, un territorio che, come dice il sindaco di Breme Francesco Berzero, può essere paragonato alla Loira per la presenza dei castelli, e che dispone di un’offerta agroalimentare che non tutti hanno (positivo che il riso sia tra i settori che hanno maggiormente retto, ndr). Senza dimenticare la natura. Anche i centri più piccoli, in quest’ottica, possono diventare mete turistiche». Su questo fronte non mancano esempi virtuosi: «Studiando le grandi crisi internazionali, ho riscontrato che, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, il governo francese lanciò una campagna di comunicazione per far conoscere e scoprire le province. E ci fu un boom turistico legato a questo ambito». Ma attenzione: occorre rimboccarsi le maniche da subito, facendo rete non solo a parole – come troppo spesso accade dalle nostre parti – ma con i fatti. «Esattamente – chiude l’ex ministro – in questo momento serve che tutti gli attori chiamati in causa diano vita a una comunicazione unitaria diretta a quel pubblico potenzialmente interessato a visitare la Lomellina. Questo è il momento buono, una strada che in Veneto stanno già percorrendo».

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