Circa cinquecento i test effettuati nelle diverse sedi dell’azienda
Le richieste sono molte, l’esito arriva nel giro di un paio di giorni
Dallo scorso 22 maggio presso il Laboratorio analisi mediche Sant’Ambrogio di Mortara è possibile effettuare l’ormai ben noto test sierologico, al fine di comprendere se si è entrati in contatto con il Coronavirus. Una verifica effettuabile anche presso le altre strutture del Sant’Ambrogio: il riferimento è al laboratorio di Vigevano e ai punti prelievo di Garlasco e Cassolnovo, a cui si affiancano a quelli di Casorate Primo e Marcallo con Casone.
Qual è stata la risposta da parte della cittadinanza? «Abbiamo riscontrato un certo interesse e un discreto afflusso – sottolinea Fausto Cotta Ramusino, tra i referenti della società nonché attivo in laboratorio – abbiamo chiesto alla gente di prenotare, al fine di poter avere un afflusso controllato». A Mortara attualmente i sierologici si effettuano in orario pomeridiano, dalle 14 alle 16, «non essendo necessario il digiuno» chiarisce Cotta Ramusino. A quanto pare è capitato anche che qualcuno decidesse di disdire l’appuntamento, perché avendo appena ripreso a lavorare dopo magari 2-3 mesi di sosta avrebbe “rischiato”, in caso di positività, di doversi sottoporre a un nuovo periodo di riposo forzato tra le mura domestiche.
Sino a questo momento sommando i diversi laboratori e punti prelievo Sant’Ambrogio si parla di circa 500 esami effettuati, nella città del salame d’oca si è superato quota 100. La percentuale di positivi si aggira attorno al 10%, quindi circa uno su dieci. Cosa significa? Entriamo maggiormente nel dettaglio. «Il test da noi utilizzato – aveva precisato in sede di annuncio della novità il laboratorio – è quello della Abbott, azienda che ha vinto la gara per i test sierologici avendo confermato di avere elevata sensibilità e specificità oltre all’insieme dei requisiti di qualità indicati dal Comitato tecnico-scientifico».
Si tratta di un test quantitativo che va a stabilire il numero di IgG, cioè le immunoglobuline G: si parla di anticorpi, cioè molecole coinvolte nella risposta immunitaria dell’organismo. «Tali anticorpi si formano dopo circa due settimane da quando si viene in contatto con il virus, e dovrebbero essere protettive. Non sappiamo ancora per quanto tempo, ma questo lo definirà chi studia in maniera più approfondita questo virus». Una volta ricevuto l’esito dell’esame, in caso di negatività non vi sono ulteriori azioni da intraprendere, qualora invece ci si trovasse dinanzi a una positività occorre passare all’esecuzione del tampone: «Il paziente deve avvisare il proprio medico di base e porsi immediatamente in quarantena. La positività alle IgG non esclude il fatto che un individuo sia ancora infetto, e per dirimere il dubbio serve il tampone». Qualora quest’ultimo dovesse risultare negativo il paziente potrà sospendere la quarantena e tornare alla vita “normale”, in presenza di positività proseguirà l’iter per entrare nel merito delle condizioni dell’individuo. Rispetto alla data del prelievo, l’esito giunge in circa due giorni, per l’eventuale tampone invece si possono toccare le due settimane.
Il costo del sierologico ammonta a 30 euro, «mentre per il tampone siamo attorno ai 100 – evidenzia in chiusura Cotta Ramusino – una cifra dovuta al fatto che anche noi lo paghiamo caro. In tal senso, stiamo cercando di capire se qualche collega realizza il tampone a un costo inferiore e in tempi più rapidi. Noi siamo a disposizione e cerchiamo sempre la miglior soluzione per i nostri clienti. Le richieste sono molte, il nostro intento è quello di soddisfarle al meglio».