Regina Siglinde

Da sempre i successi nello sport sono lo specchio del successo di un Pese intero. Per questo si organizzano le Olimpiadi, in occasione delle quali si inve stono tanti e tanti denari nella formazione dei giovani, per arrivare all’appuntamento sportivo mostrando il meglio del Paese intero. Le vittorie degli atleti rappresentano l’im pegno, la determinazione e la visione collettiva di una nazione. Quando uno sportivo alza un trofeo internazionale, con lui lo alza il Paese intero, che ha creduto e sostenuto quel percorso. Ludis iungit è il motto di un’organizzazione che promuove lo sport come strumento di crescita sociale e personale, lo sport unisce, aggiungiamo noi, le persone e gli Stati, ispira e racconta al mondo chi siamo e dove vogliamo arrivare come Paese. La vittoria di Jannik Sinner, a Wimbledon, ha rappresentato uno dei momenti più alti dello sport italiano, che, deluso dal calcio, trova riscatto da qualche tempo in questo sport, che negli ultimi anni ha dominato incontrastato la scena internazionale. Per questo l’assenza di rappresentanti di Stato in tribuna ha lasciato un vuoto evidente e deludente agli occhi degli Italiani e del mondo intero. Per la prima volta l’Italia sbaraglia il mondo intero nell’appuntamento più importante del tennis mondiale, a casa della perfida Albione, e le Istituzioni italiane cosa fanno? Se ne strafrega no bellamente, ignorando i pronostici che vedevano, anche nelle scommesse, favorito l’Italiano sullo spagnolo. Fatto sta che il fascinoso Re Felipe, si è presentato per sostenere il suo atleta. La happy family Britannica era quasi al completo per onorare il duello spettacolare e gli Italiani dove erano? La donna, madre, cristiana, avrebbe potuto partecipare con la figlioletta accanto, dando un segnale di quanto sia importante lo sport per la crescita dei giovani. E quando mai ricapitava alla pargola di stare accanto ad un futuro re coetaneo? Per fortuna c’era lei, Siglinde. Una donna di peso nella vita del campione, una mamma italiana, che porta un nome degno di una regina Longobarda e che in tribuna, ha rappresentato in maniera eccelsa il prototipo della mamma italiana. Quella mamma che va in dote alle nuore con il matrimonio. Quella mamma che, anche da nonna, cucina ancora la pasta fatta in casa per il pargolo adulto. Quella mamma che esiste solo in Italia e che dovremmo candidarla a Patrimonio del Nun esco (di casa). Quella mamma che soffre in silenzio ad ogni colpo, perché per lei l’importante non è partecipare, ma gioire delle vittorie del suo tesoro, anche se non glielo può dire quando perde. Quella mamma attorno a cui ruota tutta la famiglia che senza di lei sarebbe persa. Cara Siglinde, in mezzo a Re e futuri Re, sei stata Regina d’Italia, e se mai dovessero fare un monumento alla mamma d’Italia, dovrebbero prendere te come modello

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *