LA CAMELIA COLLEZIONI – Il puncetto valsesiano: un tesoro di tradizione e creatività

A cura di Alessandra Restelli e Maria Luisa Siviero

Nascosto tra le valli e i monti dell’alta Valsesia, in Piemonte, si trova un’antica forma d’arte che affonda le radici in un passato misterioso: il puncetto valsesiano. Questa raffinata tecnica di merletto ad ago, conosciuta anche con il nome dialettale che significa “piccolo punto”, rappresenta non solo una tradizione artigianale, ma anche un legame profondo con la cultura e l’identità di un territorio. Per secoli è stato utilizzato per decorare abiti tradizionali, corredi nuziali e paramenti sacri. Ogni pezzo realizzato è intriso di significato, raccontando storie di amore, fertilità e devozione. Conobbe un periodo di grande popolarità quando la Regina Margherita di Savoia, amante della Valsesia, decise di farlo conoscere a corte e nei circoli internazionali. Durante il suo regno infatti, divenne un simbolo di eleganza e raffinatezza, diffondendosi in Francia e Inghilterra. Tuttavia, nonostante questa parentesi di fama, è rimasto fortemente legato alla sua terra d’origine, dove continua a essere utilizzato per abbellire i costumi tipici e i corredi nuziali. Si realizza utilizzando fili di cotone, lino o seta, che vengono cuciti insieme mediante una tecnica di piccoli punti ad ago. I disegni geometrici, leggeri e delicati, ricordano la filigrana e spesso si ispirano alla natura circostante, come i cristalli di neve o i disegni dei fiocchi di neve. La precisione, la pazienza e la manualità sono essenziali per ottenere risultati impeccabili. La complessità tecnica del processo creativo richiede tempo e dedizione, e ogni pezzo porta con sé il segno distintivo di chi lo ha realizzato. In basso, uno tra i rari esemplari conservati in Collezione insieme a una sezione di libri che ne spiegano la tecnica di esecuzione. Sin dai primi anni 90, note per essere estimatrici ed esperte, ci venivano portati dalle ricamatrici stesse questi piccoli tablò di dimensione 5 cm x 5 raggruppati uno sopra l’altro ( in massimo di 10 unità )e legati insieme da una piccola cordicella con la raccomandazione di conservarli e non disperderli proprio per onorare questa elaborata lavorazione.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *