A cura di don Cesare Silva
La confraternita di San Rocco a Gambolò, una delle tre ancora fiorenti in paese, ebbe origine in occasione di una delle più violente epidemie di peste quella scoppiata nel Vigevanasco nel 1524 e fu eretta canonicamente il 30 aprile 1576. La vecchia chiesa sorgeva sulla strada di Sant’Eusebio, e aveva un altare intitolato a Santa Giuliana (titolo di una chiesa antichissima) con antica statua lignea ancora conservata. Nel 1741 fu eretto un altro altare laterale per onorare una immagine miracolosa della Madonna che fin dal 1726 era stato oggetto di inchiesta canonica. Nel 1803 la confraternita fu soppressa e la chiesa chiusa al culto, ma i confratelli riuscirono a ottenere la vicina chiesa di Santa Chiara e vi si trasferirono nel 1811 per poi ricostituire la confraternita. Santa Chiara era annessa a una casa per l’educazione delle ragazze fondata dalla nobildonna Clara Francesca Terzaghi verso il 1675 con il consenso del vescovo mons. Caramuel e affidato alle Sorelle del Terz’Ordine Regolare Francescano. Queste nel 1685 dal vescovo mons. Roxas ottennero di erigere la clausura vescovile trasformando l’educandato in un monastero regolare che fu assai fiorente. Nel 1729 i marchesi Litta finanziarono la ricostruzione della chiesa, che è l’attuale, con altari marmorei ed eleganti decorazioni in stile barocco. Il monastero fu soppresso per le leggi napoleoniche nel 1805, venduto a privati e adibito ad abitazioni: è ora scomparso. La confraternita riprese vita nella nuova chiesa trasportandovi l’affresco della Madonna che fu posto sull’altare laterale, e rinnovando l’edificio con l’erezione del campanile e della facciata in stile neo classico. La chiesa è circondata da un giardino chiuso da cancellata: l’interno mostra parti dell’esuberante decorazione barocca e un pregevolissimo coro ligneo dietro l’altare maggiore. L’antica immagine della Madonna con il Bambino, ancora oggi assai venerata, risale agli inizi del secolo XVI e fu più volte ritoccata. La chiesa e le opere d’arte conservate sono state integralmente restaurate negli ultimi decenni.