a cura di Alessandra Restelli e Maria Luisa Siviero
Un accessorio che ha saputo attraversare i secoli con grazia e versatilità. Le origini del termine “foulard” si possono rintracciare nel provenzale “foulat”, derivato dal verbo “foular” . Tuttavia, altre fonti suggeriscono che possa significare semplicemente “fazzoletto di seta”. Con il passare dei secoli, il foulard ha conquistato un posto sempre più rilevante nella società, divenendo un simbolo di status sociale e un ornamento utilizzato durante le funzioni religiose. È interessante notare come non servisse esclusivamente come protezione per i capelli, ma utilizzato anche per coprire le scollature e per conferire un tocco di eleganza agli abiti indossati. Alla fine degli anni 30, grazie all’intuizione di Hermès (che lanciò il carré di seta 90×90 cm) lo fece ritornare in auge – dopo un breve disuso tra la fine dell’800 e i primi del 900 – dando vita a un vero e proprio boom che rese il foulard un elemento imprescindibile nell’abbigliamento di lusso. Il successo ottenuto attirò l’attenzione di altre importanti case di moda, tra cui Chanel, Dior, Yves Saint Laurent e Givenchy in Francia, e Gucci, Ferragamo e Roberta di Camerino in Italia. Negli anni 50/ 60, le celebri Audrey Hepburn, Grace Kelly, Catherine Deneuve e Jacqueline Kennedy Onassis divennero autentiche testimonial di stile, indossandolo in modi creativi anche come top su pantaloni a zampa. In Collezione conserviamo una moltitudine di questi accessori di varie forme e colori (foto in basso) come anche firmati e non; molti ci sono stati donati con la scatola ancora intrisa di profumo di colonia o borotalco tipico di chi li conservava nel comò nei decenni passati; altri invece agganciati ai manici di borsette.