MORTARA E DINTORNI NELLA STORIA – Il tacco a spillo, un’invenzione vigevanese

A cura di Simone Tabarini

Negli anni Cinquanta, a Vigevano, il rumore dei martelli, l’odore del tenaccio e della pelle lavorata riempivano le botteghe. In quella città di artigiani, dove ogni scarpa era una piccola opera d’arte, nacque nel 1953 una delle innovazioni più eleganti e riconoscibili della moda italiana e del mondo: il tacco a spillo alla “vigevanese”. La sfida era semplice solo in apparenza: realizzare un tacco altissimo e sottile, ma allo stesso tempo solido e sicuro. I modelli tradizionali, in legno, tendevano a rompersi o deformarsi se troppo affusolati con il tempo. Gli artigiani vigevanesi ebbero allora un’intuizione: inserire un’anima in alluminio nella parte terminale del tacco, mantenendo la parte superiore in materiali più leggeri, come il legno. Il risultato fu una struttura slanciata, resistente e perfettamente bilanciata. Il prototipo, oggi custodito al Museo Internazionale della Calzatura “Pietro Bertolini”, rappresenta il punto d’incontro tra tecnica e bellezza, simbolo di un sapere artigiano che sapeva guardare al futuro. Tra i protagonisti di quell’epoca si distingue Armando Pollini, stilista e maestro calzolaio, che contribuì a perfezionare la forma e la solidità dei nuovi tacchi sottili e alti. Grazie a questa invenzione, Vigevano divenne la capitale italiana della calzatura di lusso, collaborando con le grandi maison della moda e diffondendo nel mondo l’eleganza del Made in Italy. Il tacco a spillo, da oggetto tecnico, divenne presto un simbolo di fascino e di emancipazione femminile, tutt’oggi utilizzata e apprezzata da stilisti. Dietro quella linea slanciata e audace si nasconde la storia di una città che ha saputo unire artigianato, innovazione e bellezza, un equilibrio perfetto che ancora oggi porta il nome di Vigevano.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *