I nostri politici a Milano e in Parlamento si devono muovere

Cosa serve avere tanti rappresentanti politici in zona, se poi ti capitano tra capo e collo delle situazioni drammatiche e difficili, per lavoro, sanità, trasporti, agricoltura, scuola (tanto per citare i macrosettori più importanti per la nostra Lomellina) e all’appello non si presenta nessuno? Speriamo che non succeda così anche per la vicenda della Microcast di Mortara che assomiglia purtroppo molto da vicino a quella della Marzotto. Erano un centinaio, allora, gli ultimi residui operai a occupare lo stabilimento storico della pettinatura. Oggi sono 74 i dipendenti dell’azienda che è stata per anni uno stabilimento d’eccellenza.
Non fa molta differenza con i numeri. Certo fa molta più impressione vedere il “fabbricone” vuoto e cadente, mentre un capannone industriale quasi anonimo, in Strada Pavese, alle porte di Mortara, offre meno coinvolgimento emotivo. Però quella gente che a Natale non ha preso nè stipendio nè tredicesima è sull’orlo dell’abisso. Immaginiamoci come possa aver trascorso le feste, uno dei periodi più belli dell’anno buttato al vento per una situazione occupazionale ormai divenuta insostenibile. Va anche detto che sono operai che non portano a casa uno stipendio da favola. La loro busta paga è di circa 1200 o 1300 euro al mese. E oggi questo stipendio non consente particolari guizzi pindarici. Per tornare alla politica c’è stato un interessamento del sindaco e una promessa di interessamento dell’assessore regionale. Sono loro due che, essendo amministratori, hanno in mano le leve necessarie. Forse più la Regione. Ma da tutti gli altri (senza distinzione, sia agli alti livelli che a quelli più bassi) è necessario uno scatto d’orgoglio, se non di passione. E serve un bagno d’umiltà. Qui, indubbiamente, nel marasma lavorativo della Lomellina, trovare una via d’uscita per la Microcast non sarà facile. Siamo a una situazione molto avanzata di crisi, tanto che l’azienda ha già utilizzato i cinque anni previsti di Cassa integrazione ordinaria. Dopo il concordato c’è solo l’abisso, ovvero la chiusura dell’azienda e il ricollocamento presso altri stabilimenti. Ci auguriamo di essere pessimisti, ma a Mortara abbiamo visto, e lo dico da vecchio cronista locale, a partire dagli anni Ottanta, la chiusura di tutte le fabbriche più importanti della città. Solo la Sit ha saputo reinterpretare il mercato del legno dopo una vicenda (anche quella drammatica) di smembramento e ricollocazione sul mercato. Oggi la Sit (ex Sacic), è tornata a essere uno dei leader del mercato. Erano altri tempi. Oggi, per la Microcast, serve l’aiuto dei nostri rappresentanti, che devono più che mai essere gli avvocati difensori della gente. Non si può stare solo seduti dietro i banchi. Quando capitano situazioni di questo tipo devono farsi vedere e, se necessario, anche prendere i pomodori. Sono gli scotti che la politica deve pagare a qualsiasi livello. E i cittadini pretendono che sia (giustamente) così. Non ci sono vie d’uscita.

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