Influenza, dubbio farmacie: potrebbero non aver vaccini

La grande richiesta di dosi da parte delle regioni coprirà i soggetti
considerati deboli, ma i “sani” rischiano di essere tagliati fuori

Si partirà in anticipo rispetto al solito, ma il rischio di lasciare a secco le farmacie, e quindi anche i soggetti teoricamente non a rischio ma comunque interessati a proteggersi in vista della stagione invernale, attualmente è concreto. Anche sul nostro territorio e nella stessa Mortara. Si sta discutendo molto della campagna vaccinale contro l’influenza, che quest’anno – come da circolare ministeriale – si punta a far iniziare sin dai primi di ottobre, con circa un mese di anticipo rispetto alla data abituale. Ci sono tuttavia molte incertezze riguardanti la distribuzione: considerata la possibile o probabile presenza contemporanea di virus influenzale e Covid, vaccinarsi può consentire una più semplice diagnosi e gestione dei casi sospetti, considerati i sintomi simili. «In effetti attualmente non possiamo parlare di una situazione positiva – evidenzia Giulio Corsico, della Farmacia Corsico – in sostanza le ditte hanno aumentato notevolmente la produzione, prevedendo un aumento della richiesta a fronte degli inviti a una vaccinazione di massa». Non perché, ovviamente, questo protegga dal Covid, «ma perché evitare l’influenza vuol dire comunque togliersi un primo problema in termini di valutazione di eventuali problematiche. Le regioni, a loro volta, hanno fatto una richiesta elevatissima di dosi, andando ad assorbire di fatto la richiesta dei vaccini». Nelle farmacie italiane negli anni passati sono state distribuite meno di un milione di dosi: «Queste sono state vendute principalmente a chi voleva vaccinarsi subito, senza dover passare dal medico, oppure a chi non ne aveva diritto tramite Asl non facendo parte delle categorie considerate a rischio». In questi giorni sono in corso tavoli a livello nazionale per cercare di capire come risolvere la situazione. «Quel che posso dire – prosegue Corsico – è che quest’anno le ditte non hanno accettato le nostre prenotazioni, le Asl hanno una sorta di prelazione e in teoria la produzione dei vaccini è stata assorbita da queste. Ora a Roma si sta cercando di capire come uscire da tale situazione. I soggetti a rischio non avranno problemi, potranno vaccinarsi tramite il proprio medico, il problema sorgerà eventualmente per chi in teoria è sano, ma è vero anche che sono queste le persone che più facilmente lavorano, sono esposte al pubblico ed è bene quindi che non si ammalino». Da un lato è certo giusto tutelare le fasce deboli della popolazione, dall’altro servirebbe aiutare anche gli altri per evitare criticità successive. «Al momento non ci sono risposte sicure, restiamo in attesa e speriamo che chi di dovere trovi una soluzione. Il timore è che possa accadere qualcosa di simile a quanto successo con le mascherine, con la gente in fila in farmacia per chiederle. Per ora questo rischio esiste, è innegabile». Per la cronaca, si ricorda che la protezione indotta dal vaccino inizia dopo circa due settimane dopo l’iniezione, e stando alle informazioni ufficiali dura per un periodo che oscilla tra i sei e gli otto mesi, per poi andare a decrescere. Considerato che i ceppi virali in circolazione possono mutare nel corso del tempo, per mantenersi protetti è quindi necessario procede con la vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale. Quanto appena detto vale a prescindere dalla situazione particolare di quest’anno, per la quale, conferma Carmen Bortolas della Farmacia di San Pio, «a oggi non abbiamo ricevuto indicazioni ufficiali. C’è in programma un nuovo vertice al Senato – sottolinea – e quindi siamo in attesa. Di solito la consegna dei vaccini veniva effettuata verso metà ottobre. Bisogna capire chi quest’anno si occuperà della gestione: se lo faranno le Asl o se invece si passerà dalle farmacie. So che gli organi competenti si stanno interessando e stanno affrontando il tema, ma non ho informazioni esatte, penso che dipenderà dalla quantità di vaccini disponibili. Quest’anno – chiude Carmen Bortolas – c’è inevitabilmente una situazione anomala». E anche Michele Trivi, medico di base a Mortara, membro del gruppo che ha i propri ambulatori nella sede comune di palazzo Cambieri non sa ancora nulla, così come i suoi colleghi, sul vaccino: «Noi non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito – afferma – però attendiamo fiduciosi. Lo scorso anno lo abbiamo addirittura avanzato, perché molta popolazione è rimasta dubbiosa sull’utilità del vaccino antinfluenzale». Trivi tuttavia conferma che quest’anno si registra invece molta attesa, «derivata anche – conclude il medico – dalle informazioni che rimbalzano dai media».

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