Cassolnovo, il paese degli utenti fantasma Sui gruppi social imperversano le discussioni

Amate “lanciare il sasso e nascondere la mano”? Avete voglia di dire la vostra non mettendoci la faccia? Ebbene, non dovete fare altro che trasferirvi a Cassolnovo. Ci sia concessa questa introduzione in stile pubblicitario, che nasconde tuttavia un fatto che nel centro lomellino è cosa assolutamente reale. Sì, perché basta farsi un giro su Facebook, e cercare di comprendere qualcosa in più circa le dinamiche cassolesi, per imbattersi a ritmo quasi quotidiano in personaggi pittoreschi. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, peccato che si tratti di utenti che, per lanciare le loro provocazioni, utilizzano nomi rigorosamente falsi. Se le cosiddette “beghe di paese” possono in fondo essere considerate un po’ il sale delle comunità locali, si registra questa antipatica deriva. E tutto assume contorni diversi, per buona pace di quei “normali” cittadini che magari – in quel o quel gruppo social – hanno anche interesse a ricevere informazioni relative alla vita della comunità. Invece no: ci si perde in discussioni, anche animate, con protagoniste persone che, evidentemente, non hanno il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie parole. Interessante è ad esempio farsi un giro nel gruppo “Il Cassolese”, il cui amministratore risponde al nome di “Giovanni Cassolese” e non presenta foto del profilo, per imbattersi in questo curioso mondo. C’è chi critica l’operato dell’amministrazione, chi pubblica aforismi e chi provoca altri utenti, che almeno hanno il merito di replicare con il proprio nome e cognome… Aprire su Facebook un profilo falso non rappresenta immediatamente un reato (c’è bisogno che si configurino precise situazioni, ad esempio quando lo si fa per appropriarsi dell’identità altrui): certo è che la piega presa può fare in un primo momento sorridere, ma se è vero che “il gioco è bello quando dura poco”, forse qualcuno dovrebbe rendersi conto che oggi, ormai, sono davvero in pochi a divertirsi.

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