Due fratelli tromellesi chef e imprenditori all’estero

Federico e Matteo Marchesini, 22 e 31 anni, vivono e lavorano insieme come capocuochi a Londra: «Il lockdown ha fatto riflettere sul futuro»

Due fratelli a Londra con la passione della ristorazione e dell’imprenditoria. E sono dei lomellini. Si tratta di Federico e Matteo Marchesini, rispettivamente di 22 e 31 anni, tromellesi, figli dell’assessore allo Sport del Comune di Tromello, Riccardo Marchesini. La loro storia è quella di tanti giovani che si sono rimboccati le maniche e hanno cercato di farsi da soli, lasciando la famiglia e gli affetti alle spalle per trovare la propria strada in una realtà diversa da quella in cui sono cresciuti. Entrambi hanno studiato all’istituto alberghiero “Ciro Pollini” di Mortara e a un certo punto hanno scelto di dare una svolta alla propria vita facendo le valigie in direzione Londra. Matteo l’ha fatto subito dopo il diploma. Poi è stata la volta di Federico, per cui la “fuga” dall’Italia è iniziata ancora prima, a 16 anni, appena concluso il corso formativo regionale IeFP che permette di conseguire il diploma già al terzo anno di scuola superiore. «È stato mio fratello, che già era partito, a convincermi di seguirlo anche contro il volere dei miei genitori – racconta Federico – da un lato, la prospettiva mi elettrizzava, dall’altra ero inevitabilmente spaventato visto che ero molto giovane. Ho iniziato a lavorare come lavapiatti, facendo anche 70-80 ore settimanali. Poi ho incominciato a girare in diversi ristoranti fino a quando io e Matteo abbiamo trovato lavoro per una compagnia di catering in centro a Londra. Ogni giorno servivamo menù diversi, dallo spagnolo al giapponese e così via, a colazione e pranzo, in occasione di meeting ed eventi. È stata un’esperienza sicuramente importante che ci ha dato tantissimo dal punto di vista umano e professionale». Poi la svolta professionale. «Da tre anni lavoriamo insieme per la Bespoke menu design, una società di catering che può contare su cinque cucine – va avanti Federico Marchesini – Matteo è executive chef (lo chef principale, ndr) che ne segue quattro, io sono head chef (capocuoco) e ne prendo in carica una. Adesso siamo però fermi, a causa della pandemia». Ma non tutti i mali  vengono per nuocere. «Durante il lockdown non siamo rimasti con le mani in mano – prosegue il giovane – infatti abbiamo avuto tempo per pensare anche al nostro futuro. Matteo ha aperto anche una sua compagnia attiva in ambito immobiliare. Io ho avviato la mia attività iniziando a preparare da mangiare per i clienti che me lo chiedessero e consegnandolo a domicilio tramite un corriere. In futuro vorrei affittare una cucina e creare un mio ristorante». L’ambizione certo non manca. 

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