Medici di base: «Mai mancata un’adeguata assistenza a tutti»

In settimana i dottori in servizio nel “gruppo” sono tornati a essere cinque  A loro si aggiungono gli altri tre, regolarmente attivi con ambulatori privati

L’emergenza nell’ambulatorio dei medici associati di Mortara dovrebbe essere superata, anche se non sono ancora tornati tutti in servizio. Del resto il Covid è una malattia che costringe a una lunga degenza per chi è ricoverato e a una altrettanto lunga convalescenza in attesa che il tampone diventi negativo. Da lunedì è al lavoro la dottoressa Anastassia Tussiu, che era a casa in isolamento, ma non affetta da Covid. Mentre oggi, mercoledì, è rientrato il dottor Michele Trivi dopo la degenza ospedaliera. È molto provato, ma non ha voluto far mancare la sua presenza appena è stato possibile. Nel frattempo si attendono a giorni anche i rientri della dottoressa Silvana Casale e di Cristina Delfitto. Per loro serve solo l’ok dei tamponi. Il dottor Eugenio Gandolfi, coordinatore del gruppo che ha i propri ambulatori al secondo piano di palazzo Cambieri è ricoverato a Pavia, ma le sue condizioni sono in miglioramento. Sono sempre rimaste al lavoro le dottoresse Maria Gatti e Lorenza Odoardo. Va precisato che nell’ambito di Mortara i medici non sono solo questi sette, ma ci sono anche altri tre dottori con ambulatori privati: Marco Saviolo, Raffaele Parenti e Paola Piana. Anche questi ultimi, la scorsa settimana, si sono messi a disposizione per affrontare l’emergenza. «La situazione della medicina di base di Mortara era sotto controllo anche la scorsa settimana – afferma il sindaco di Mortara Marco Facchinotti – certo non posso negare che c’è stato qualche momento di preoccupazione. Ma la carenza di personale medico è diffusa in tutta la Provincia, quindi non abbiamo potuto ottenere eventuali e ulteriori rinforzi. Io ho cercato di seguire la situazione ora per ora e credo che anche nei momenti difficili non sia mai mancata l’assistenza a nessuno. Anche i tre dottori che non fanno parte del gruppo di palazzo Cambieri si sono messi a disposizione e so che tutti quelli del gruppo, anche da casa, nei limiti di quel che potevano fare e del loro stato di salute, hanno lavorato per aiutare, pur essendo in malattia». Resta sempre il dubbio su come possa essere nato un cluster all’interno del gruppo. Ma la stanchezza alla fine di una giornata di lavoro estenuante come quelle delle ultime settimane potrebbe essere stata la causa (anche involontaria) di un allentamento di precauzioni, che a questa malattia non va mai concesso. «Noi – fanno sapere dall’interno del gruppo i medici – non abbiamo mai cessato di visitare, anche a domicilio, e abbiamo sempre utilizzato tutti i dispositivi di protezione individuali, che ci siamo tra l’altro procurati a nostre spese. La scorsa settimana abbiamo risposto a tutti, nonostante fossimo in pochi e questa settimana la situazione migliorerà ulteriormente. Speriamo nel frattempo che rallentino i contagi. C’è una flessione, ma per ora molto modesta». 

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