Pullman affollati al mattino, c’è la tregua con Autoguidovie

Il mini lockdown ha accentuato i problemi dei pendolari che dalla Lomellina si dirigono a Milano. Nei giorni scorsi il Gruppo pendolari della Lomellina ha lamentato l’affollamento dell’unica corsa all’alba che parte da Garlasco (intorno alle 6,23). Un problema non da poco, in tempo di Covid-19. «Solo nei posti vicini all’autista il distanziamento è rispettato – avevano fatto sapere – inoltre fino a poche settimane fa c’erano due pullman che partivano da Garlasco, poi uno è stato tolto». Un problema che, ad esempio, nelle altre fasce orarie non si pone dal momento che gli autobus sono quasi vuoti. Alcune corse pomeridiane, tra cui una che dalle 16,30 portava a Garlasco, sono state soppresse. Con l’aumento dei contagi, non sono pochi infatti quelli che preferiscono spostarsi con mezzi propri. 

Per inciso, da lunedì la corsa delle 6,33 da Garlasco è stata anticipata alle 6,25 per supportare la prima corsa. Una sorta di “tregua” passeggera. «Va da sé che come amministrazione noi possiamo solo fare da tramite con l’ente gestore del servizio – spiega il consigliere comunale con delega ai Trasporti, Alessandro Maffei – per qualsiasi segnalazione, invito i cittadini a farsi sentire. È chiaro che non era già facile prima poter aumentare il numero di corse, figuriamoci adesso con le nuove norme restrittive contenute nell’ultimo Dpcm (che prevedono la riduzione della capienza al 50 per cento dei posti a sedere, ndr). Comprendo i disagi dell’utenza: effettivamente poter disporre solamente di tre corse al mattino non è il massimo. Anch’io sono stato pendolare e so di cosa si parla». È forte anche il senso di frustrazione tra i cittadini che ogni giorno sono costretti a peripezie quotidiane. «Con il senno di poi – prosegue Maffei – si sarebbe dovuto pensare a un potenziamento della linea, anche in considerazione della seconda ondata di contagi. La sensazione è che ormai ci si sia abituati  a questa confusione e che non si voglia fare nulla per risolvere i problemi. Noi siamo pronti a dialogare con chi di dovere: bisogna vedere se dall’altra parte c’è qualcuno disposto ad ascoltare». 

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