Clir, spettro fallimento: i sindaci alla resa dei conti

Si vota il bilancio con gli aumenti delle tariffe: cresce il fronte del no. Mede serra le fila e boccia il deposito delle ceneri 

Aria di resa dei conti all’interno del Clir. Si è svolta sabato, in prima convocazione (la seconda è prevista per lunedì) al teatro Besostri di Mede, l’assemblea dei 42 soci dell’ex consorzio, “zavorrato” da debiti che superano i cinque milioni di euro e a rischio fallimento. Un’ipotesi che diventerebbe realtà qualora prevalesse il fronte dei sindaci contrari a votare il bilancio con gli aumenti delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti al 18%. Quella sembrerebbe però l’unica strada percorribile per salvare l’azienda che intanto ha perso per strada altri sei Comuni capeggiati da Candia, che si sono affidati alla ditta Sangalli per la raccolta differenziata porta a porta. Per inciso, un appalto contestato da Clir-Teknoservice che, dopo la prima bocciatura al Tar, ha annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. Nel frattempo si sta passando alla conta dei voti. Da un lato il gruppo delle amministrazioni, che comprende Mede, Mortara e Sannazzaro, pronte a votare sì al bilancio. Dall’altro Gambolò, seguito da altri quattro o cinque Comuni, che ha dato mandato ai propri uffici di preparare un bando per esternalizzare il servizio, e Sartirana  che non ha fatto mistero di voler uscire dal Clir. Molti protagonisti si trincerano dietro un “no comment”, segno che la partita rimane delicata. «La situazione è ancora in fase di studio», si limita a dire il sindaco di Mede, Giorgio Guardamagna. Venerdì scorso nella riunione del Comitato di controllo analogo era emersa l’ipotesi di un deposito di rifiuti inerti o inertizzati, una sorta di “discarica delle ceneri”, come  ultima proposta per salvare il Clir. Una proposta rigettata però durante l’assemblea dallo stesso Guardamagna, come ammesso dal diretto interessato. Chi sembrerebbe deciso a votare no è il sindaco di Gambolò, Antonio Costantino. «Voterò secondo coscienza, in base ai risultati conseguiti dall’azienda – afferma – io avevo suggerito di cedere un ramo di azienda, così da limitare i costi che per il personale si aggirano sui due milioni di euro. I fatti dicono che avevo ragione: non a caso tre dipendenti sono passati da Clir a Teknoservice». Poche parole anche dal sindaco di Sartirana, Pietro Ghiselli, che non ha fatto mistero di voler uscire dal Clir: «Io devo rispondere prima di tutto ai miei cittadini – chiosa – se i privati applicano tariffe più basse, credo che ci sia una sola strada possibile. E come me ci sono tanti sindaci che la pensano uguale». 

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