Si sfonda una porta, il teatro è abbandonato

Lo stato dei monumenti in centro storico è una mina vagante

Patrucchi: «Ci sono anche pericoli per chi passa per strada»

Il tema è ricorrente e purtroppo molto triste, per questo è una costante. Sottolineiamo il degrado e  le condizioni tragiche in cui versano i nostri due monumenti principali, abbandonati in centro storico. Una goccia che scava la pietra (speriamo) al fine di produrre prima o poi un intervento. Questa volta a creare pericolo e a destare l’attenzione è una porta laterale del teatro, in via Belluschi, che per qualche motivo ha ceduto, non si sa se a causa di un’auto in manovra oppure per le temperature invernali molto rigide che hanno gonfiato qualche supporto. La porta si è aperta e potrebbe anche cedere del tutto oppure  finire in mezzo alla strada, provocando qualche guaio ai passanti. È evidente a tutti che non sono infissi che garantiscono massima sicurezza. Lo sottolinea il presidente di Italia Nostra di Mortara e della Lomellina Giovanni Patrucchi: «Il teatro e i palazzi Lateranensi stanno vivendo una stagione di abbandono nel disinteresse generale. Possiamo solo piangere. Italia Nostra è sempre stata dalla parte di un forte sostegno per la  tutela dei più importanti monumenti storici cittadini, in particolare per il teatro e per i palazzi Lateranensi. Ma nonostante io sia ottimista di natura in questo caso devo purtroppo dire che la gente si è abituata e non ha neppure più la forza di reclamare». «Nel caso specifico del pannello che si è spostato dalla sua sede, in via Belluschi – aggiunge Patrucchi – esiste anche un pericolo per i cittadini che passano da quelle parti. Come ha ceduto verso l’interno avrebbe potuto farlo verso l’esterno e crollare in mezzo alla strada. Serve una maggiore attenzione a questi monumenti». La chiusura degli ingressi principali del teatro comunale non è un tema di oggi. Era stato realizzato negli anni Ottanta grazie a un progetto delle scuole Medie che allora occupavano i vicini palazzi Lateranensi. Con il lavoro di studenti e insegnanti sono stati disegnati dei grandi pannelli di legno pressato con raffigurate delle scene di Belle Epoque e messi a chiudere le tre entrate principali sotto il portico anteriore. Altre due porte più laterali e una terza in via Belluschi (quella che ieri si è staccata dagli stipiti) sono state lasciate intonacate solo di bianco. Non è la  prima volta che capita di trovare una porta fuori dalla propria sede. Era già successo anche a qualcuna di quelle  principali. Poi il Comune aveva provveduto a rimetterla al suo posto, fissandola meglio, come probabilmente succederà anche in questo caso. L’edificio del teatro, però, non ha solo questi punti deboli. Da alcuni anni a questa parte sono cadute (più che altro per il vento) le coperture di alcune finestre del loggione. Così come sono rimaste senza chiusura alcune delle finestre di una parete laterale, che si affaccia sul posteggio interno alla piazza. Dopo lo scampato pericolo per il fatto che nessuno si è preso in testa la lastra di vetroresina, l’operazione di ripristino e chiusura non è mai avvenuta. Questo significa che i piccioni all’interno dell’edificio la fanno da padroni e il guano sarà ovunque. L’ultima pulizia straordinaria, prima che nel 2012 terminasse il terzo mandato del sindaco Roberto Robecchi, era costata più di trentamila euro. Oggi, non facendo nulla per impedire l’accesso dei piccioni e dei gatti (esiste una colonia residente che viene alimentata dalle gattare) gli interni del teatro comunale saranno tornati ad essere peggio di allora. E pensare che era stato creato imitando la Scala. 

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