Biologo di professione e musicista in passato, è rimasto affascinato
da un viaggio in Africa e ora sogna di esporre nel suo territorio
Nella vita biologo. In arte, prima musicista ed oggi affermato scultore e punta d’avanguardia dell’arte plastica: Luca Lova, sannazzarese di 44 anni, è uno dei pochi che lavora e manipola le resine sintetiche coniugando opere molto vicine alla pop-art senza rinunciare alla forma classica. In questi giorni ha siglato un accordo con la galleria Passepartout di Milano. Un approdo che gli consentirà di approcciare con le sue creazioni le fiere d’arte internazionali più importanti. Luca Lova sta per presentare anche quattro nuove sculture: autentici bassorilievi da parete in resina, quattro opere che raffigurano altrettante figure stilizzate di animali esotici che sono il tema privilegiato della sua ispirazione. Della sua tecnica racconta: «Dopo lo scolpito originale in argilla sintetica, colo e spalmo a mano l’opera di gomma sintetica. Da qui provvedo alla creazione del controstampo in vetro-resina o in gesso. L’originale va perduto, ma colpo lo stampo di resina epossidica a due componenti che si indurisce a breve. L’opera viene pulita da sbavature, carteggiata e stuccata. Infine la verniciatura ad aerografo multistrato. La diversa colorazione finale consente di creare opera multiple ma decorate come pezzi unici e di colorazioni diverse». Ma perché solo figure stilizzate di animali? Spiega Luca Lova: «La natura con i suoi animai fanno parte della mia cultura formativa di biologo; questa vocazione si è poi arricchita di viaggi di studio e di turismo in Africa dove sono rimasto affascinato dal mondo esotico che avvolge quella terra lontana. I suoi animai sono rimasti nel mio inconscio ed ora la mia riduzione artistica si ispira a quei miti naturalistici che contengono comunque una connotazione particolare che parte dalla forma per arrivare a contenuto anche filosofici». Ad esempio? «Le mie tre pantere sono l’interpretazione allegorica della lussuria, del’arroganza e dell’avarizia ovvero i tre peccati capitali rappresentati dalle tre fiere dantesche che condannano l’uomo nell’inferno. E poi le due giraffe avvinghiate in un unico abbraccio che interpretano l’ amore in una chiave di amore molto alto, ben lontano dall’amore volgare». Luca Lova ha già aLL’attivo il premio Bach vinto a Montecarlo ed il sesto Premio dell’Arte di Milano. E poi presenze ad Art Parma Fair, ad Arte Genova, a Lab51 ad Alessandria, al collettivo Artketype di Milano. E conclude: «Ho acquisito una buon bagaglio di presenze e di esperienze artistiche. Ma mi manca ancora una mostra nella terra pavese».