La storia non va dimenticata ma in questo caso, invece, sembra proprio esserlo stata. Chi si ricorda il vecchio cannone antiaereo simbolo del gemellaggio tra la città di Mortara e il 205esimo Gruppo Apecam (artiglieria pesante campale)? Forse in pochi. Il manufatto bellico è custodito in “comodato d’uso” presso l’Oasi del Cinghios ovvero una proprietà privata tenuta in maniera perfetta dal titolare Antonello Bazzan, detto il Cinghios. Il cannone è stato sistemato qui dopo vicissitudini non troppo semplici. Il gemellaggio era avvenuto il 3 maggio del 1987 e a farsi da tramite era stato l’allora capo economo del Comune Italo Rivolta. Il cannone, però, che doveva simboleggiare questa unione, non trovò mai la sistemazione idonea in centro città e fu relegato per anni nel magazzino comunale. Finalmente, nel 2001 l’allora sindaco Roberto Robecchi trovò il suo posto ideale e lo fece portare in questo luogo già allora tenuto molto bene, ma sicuramente meno bello di quel che è oggi. Bazzan lo cura alla perfezione, ma l’unico punto “poco curato” è proprio il cannone del Comune: «Nella convenzione è prevista una dotazione per la vernice e il materiale per tenerlo in buono stato – dice Bazzan – ma sono diversi anni che non arriva nulla, neppure se lo chiedo. Capisco che i problemi sono tanti. Ma anche questo fa parte del decoro della città da mantenere vivo. Qui arrivano tutti gli anni diverse scolaresche non solo a vedere il cannone, ma anche per fare una passeggiata per dare un’occhiata alle api, ad una vasca in cui si possono vedere dei pesci, le carpe di allevamento, ma soprattutto la natura, adesso che arriva la primavera, tra poche settimane, sarà uno splendore». L’oasi non è piccola, misura 12 pertiche, è di proprietà di Bazzan, così come il terreno di fronte che si collega direttamente con il dog park di via Dellatorre, il più grande della città, ubicato proprio dietro alle piscine. «Ho deciso di non coltivare il campo per intero – continua Bazzan – ma di lasciare una striscia di tre metri in fianco al Cavo Plezza. Poi con la coltivazione la farò rullare. Si potrà così camminare su un sentiero dal Dog park fino a qui e collegarsi direttamente con la pista ciclabile per Sant’Albino. Va tenuto conto che il dog park è già collegato da una pista con Strada Pavese e che di qui passando per via Vittorini ci si può andare su quella di Strada Milanese e poi alla Medaglia e a Parona. È un bel collegamento con Sant’Albino a piedi, senza passare dalle statali». L’oasi si trova fra il Cavo Plezza e l’Arbogna e il Cinghios, si sa, cucina per gli amici. «Tanti anni fa era stato qui anche La Russa – ricorda – e nell’ampio posteggio erboso per un periodo di tempo, quando facevano servizi da queste parti atterrava un elicottero della polizia di Malpensa. Facevo loro un panino e poi se ne andavano». Oltre alle scolaresche sono anche tanti i cittadini che approfittano della scampagnata alla casotta dove l’attrezzatura non manca, tra forno, spiedi, griglia e tavolate. Ovviamente per ora è tutto sospeso in epoca Covid, ma prima o poi finirà. A proposito, il nome di Cinghios gli è stato affibiato perché la sua specialità è il cinghiale.