Una maggioranza… silenziosa I consiglieri stanno sempre zitti

Una partecipazione nulla, che va a discapito della qualità della discussione

«Dibattito inesistente, tutti si comportano come se fossero dei soldatini»

In fondo, è un vero peccato. Perché fare politica, a livello locale, è cosa appassionante, impegnativa. Occorre, metaforicamente, sporcarsi le mani. Eppure questo sembra proprio non accadere nel consiglio comunale di Mortara, dove quasi nessuno tra i consiglio di maggioranza, a esclusione probabilmente della civica ViviAmo Mortara (capogruppo Michele Mazzitello), interviene mai. Ci si limita a votare, e nulla più. Si perde così un’occasione per creare un confronto magari anche serrato, ma produttivo. «Certo è un problema che, con una maggioranza monocolore, può nascere – sottolinea Fabrizio Giannelli, consigliere di opposizione per Forza Italia – non parlo solo dei consiglieri ma anche degli stessi assessorati, alle volte vedo un eccessivo pressappochismo, si vedono solo interventi preconfezionati. Non si parla più. Ricordo in passato, bilancio a parte di cui si parlava in determinati periodi dell’anno, discussioni relative a lavori pubblici e urbanistica. Qui, non facendo nulla, non ci sono neppure temi da affrontare. Quando una maggioranza è composta da diverse anime è chiaro che si crea dibattito, ora nessuno argomenta più nulla, in consiglio comunale vediamo solamente i necessari adempimenti, magari in ritardo sulle tabelle di marcia». Paola Savini, de Le nostre forze per Mortara, sottolinea: «Il dibattito politico manca, è vero. Mi spiace, onestamente, criticare l’operato dei miei colleghi consiglieri, ma ci sono interventi che alle volte davvero non comprendo. Ad esempio, nell’ultimo consiglio, il capogruppo di maggioranza, Daniele Bianchi, non ha compreso che una mia astensione era ovviamente un modo per lasciare via libera alla votazione, invece l’ha vista come una “non approvazione”. Se neppure si colgono queste cose… Ho già affermato più volte che il consiglio dovrebbe essere il luogo principale in cui fare politica, soprattutto in questo periodo in cui purtroppo non si può fare nulla nelle piazze. Non c’è dibattito, ci si presenta in consiglio comunale per votare a seconda di ciò che viene deciso, e nient’altro». Aggiunge quindi Giuseppe Abbà, ex sindaco ed esponente di Rifondazione Comunista: «Purtroppo la vita politica attuale è molto diversa rispetto a quella di una volta. Un tempo c’erano gruppi consiliari numerosi che discutevano tra loro e si sentivano in dovere di portare poi il loro contributo, si interveniva magari a più voci. Adesso l’interlocuzione avviene solamente con gli amministratori, solo un paio di volte è successo attraverso il capogruppo di maggioranza. Se a ciò uniamo l’assenza delle commissioni comprendiamo quanto il dibattito sia davvero scarso. Il consiglio comunale viene mosso solo dalle opposizioni che presentano le proprie istanze, ma tutto ciò è un limite. Il consiglio è la massima espressione dei cittadini, e ognuno dovrebbe sentirsi rappresentante della città. Se anche ci dovessero essere discussioni interne alla maggioranza, è bene che queste vengano portate all’esterno, poi giustamente ognuno vota ciò che ritiene. Un ampliamento del dibattito farebbe bene a tutti i cittadini». A chiudere il cerchio sono le parole di Marco Barbieri, del Partito Democratico: «In effetti gli unici interventi che ogni tanto si sentono sono quelli di Mazzitello. E non nascondo che alle volte, nelle rare occasioni in cui qualcuno interviene, l’impressione sia quella che i consiglieri non sappiano precisamente cosa votano, e questo lascia davvero stupiti. In particolare quando si entra in temi caldi si nota in maniera evidente un certo pressappochismo. Ci troviamo un maggioranza composta da persone che si comportano come se fossero soldatini e che pensano così di fare politica. Ma non è vero. La politica è fare gli interessi della gente, in questo modo invece non fanno gli interessi dei cittadini e in fondo neppure i loro».

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