Stazione terra di nessuno anche durante il coprifuoco

La costante presenza di soggetti poco raccomandabili preoccupa

tutti coloro che ogni giorno si trovano a dover frequentare l’area

Un’area della città molto frequentata anche in tempo di pandemia, perché nonostante tutto sono tantissime le persone che ogni giorno si trovano a dover salire sul treno per recarsi sul posto di lavoro. E con le scuole che potrebbero presto riaprire (almeno questo è l’auspicio), torneranno a circolare anche molti giovani o se non altro diversi insegnanti che lavorano dalle nostre parti facendo i pendolari. La stazione di Mortara è quindi certamente un punto di riferimento non solo per la città ma anche territoriale, essendo uno snodo rilevante per le diverse linee che caratterizzano la Lomellina, che conducono verso Milano, Pavia, Vercelli. Non si può negare, non solo dalle nostre parti, che le stazioni tendano un po’ a essere una sorta di terra di nessuno, nelle quali circolano soggetti diversi tra loro a ogni ora del giorno. E quella della nostra città non fa ovviamente eccezione, anzi sarebbe corretto fare un’analisi di ciò che da queste parti accade. Anche nell’ultimo anno, nonostante le restrizioni legate all’emergenza sanitaria, non sono mancati in effetti fatti di cronaca che si sono verificati da queste parti. Il riferimento è sia all’interno stesso della stazione, sia al piazzale esterno, che diviene alle volte teatro ideale per qualcuno per sostare senza un adeguato rispetto delle regole. Tutto ciò provoca un dispendio di forze anche in termini di interventi, per fare un esempio, di alcuni enti di soccorso, che si trovano a dover intervenire magari per individui che vengono trovati in stato di ebbrezza. Ci sono stati nel corso del fine settimana almeno due interventi legati a non meglio precisati malori in piazza Marconi, non si può nascondere che osservando l’orario in cui sono avvenuti, venga qualche dubbio circa la reale origine dei problemi di queste persone. Una bottiglia di troppo spesso finisce per fare danni. Non bisogna dimenticare, sempre per fare un esempio, l’arrivo un paio di settimane fa della polizia locale richiesto in quanto un giovane, pur non avendo bisogno di aiuto, non voleva più scendere dall’ambulanza. Senza dimenticare, fatto che non sta passando inosservato e che sta richiamando l’attenzione di alcuni cittadini che lo hanno voluto segnalare nelle ultime settimane, che un qualche movimento lo si vede anche dopo le 22, e quindi in pieno coprifuoco, quando non si dovrebbe uscire di casa se non per condizioni di assoluta necessità. Lascia innegabilmente qualche dubbio il fatto che qualcuno possa avere delle esigenze magari a mezzanotte davanti alla stazione. «Per fortuna – è il commento di un cittadino, pendolare da diversi anni – che ora, con la bella stagione, le ore di luce crescano. Ammetto, in particolare, in inverno, che la stazione dal tardo pomeriggio in poi è un luogo poco raccomandabile, e questo non va bene». Sicuramente la non presenza della polizia ferroviaria, in questo senso, non aiuta.

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