Viaggio nella vita e nel dolore nel primo libro di Mirella Pisani

“Femminatanta” è un racconto che sa essere ironico e commovente

«Ora voglio continuare a scrivere, sta nascendo il secondo romanzo»

Un racconto che la stessa autrice definisce «dolorosamente ironico». Perché il dolore in fondo è parte di noi, e in quest’ultimo drammatico anno lo abbiamo compreso in maniera ancor più forte. Si chiama “Femminatanta” il primo romanzo scritto da Mirella Pisani, 49 anni, da 20 residente a Mortara, che – è la presentazione dell’opera – «come una stuntwoman, vive una vita di impatti emotivi, tuffi nel vuoto cosmico e sene psicologiche pericolose dovute a difficoltà e lutti». Perché basta farsi una chiacchierata con l’autrice per capire che sì, qui si respira qualcosa di speciale. «In tanti in città mi conoscono – racconta Mirella Pisani – perché dieci anni fa ho aperto un’associazione poi divenuta Nami Animazione. È stata la mia attività fino al 22 febbraio dello scorso anno, ma a quel punto la mia vita, come quella di tanti, è mutata. Non è stato più possibile organizzare feste, eventi, allestimenti. Si è bloccato tutto». Ma quando l’emergenza sanitaria sarà un ricordo «non riprenderò più questa attività. “Nami” racchiudeva le iniziali del mio nome e di quello di mia sorella, che non c’è più. Ora voglio continuare a scrivere, sta nascendo il mio secondo libro». Ma tornando a “Femminatanta”, che è in vendita alla libreria Le Mille e una Pagina e su Amazon, Mirella racconta: «Mi è sempre piaciuto scrivere, era il mio sogno nel cassetto. Durante la pandemia, dopo un altro lutto, ho iniziato a raccogliere alcuni appunti e varie riflessioni. Così è nato il libro, uscito lo scorso 3 marzo, la data di nascita di mio padre. Appena possibile lo presenterò sul territorio». Un romanzo intenso, di quelli che ti lasciano dentro qualcosa. «Sono stata per vent’anni una caregiver, ho conosciuto il dolore e ho compreso il valore dell’autoironia, dell’esigenza di affrontare la vita e la morte in un determinato modo. Avendo due figli, la mia missione è stata quella di dover caratterizzare questo dolore». Un’opera – è ancora la sua presentazione – che rappresenta «un inno alla vita attraverso il racconto della morte, un invito a godere di ciò che si è, anzi di ciò che si ha, è la speranza che ogni donna trovi il suo rossetto rosso per affrontare le difficoltà della vita». E i riscontri sono stati subito positivi, in tanti hanno dimostrato di apprezzare le pagine scritte da Mirella Pisani. «Il secondo libro – conclude – seguirà questo filone. Il mio intento è quello di insegnare, anche se il termine non è quello esatto perché non questa presunzione, che la morte è parte della vita. Un romanzo per me difficile, ambientato nel post pandemia. Non ho ancora una data di uscita precisa, ma spero di riuscire a partorirlo presto».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *