Altro flop per il parco. Nati Il futuro gestore si ritira

È la titolare Marcella Temperini a dare conferma del nulla di fatto «Situazione difficile, impossibile immaginare di aprire l’attività ora»

Un cartello, appeso al cancello d’ingresso dice tutto: «Vogliamo il parco aperto». Non ci sono delle vere e proprie firme, ma c’è il disegnino di due bambini, un po’ sbiadito dall’acqua di questi giorni. È una richiesta legittima quella di volere il parco aperto. Il cartello, quasi certamente, è stato pensato da qualche mamma o papà, che accompagnando il bambino a fare un giro a San Pio ha descritto, anche con un pizzico di nostalgia quel che era il Parco Nuovi Nati: un laghetto, le anatre, un’oca, i giochi di cui ancora oggi si vedono gli scheletri, ma anche un bar e la possibilità di sedersi a bere qualcosa. Gli adulti certo si ricordano di anni e di una stagione memorabile del Parco, con serate estive danzanti che hanno attirato migliaia di persone. Tavolini prenotati settimane prima. Era il tempo dell’assessore Cristina Maldifassi e della verve dell’imprenditore Ciccio Grossi, compianto, recentemente scomparso. Due anni fa, appena prima dell’epidemia di Covid, il Comune sembrava avere trovato, dopo non poche peripezie, anche la soluzione finalmente giusta. Una mortarese, Marcella Temperini, aveva sottoscritto una convenzione per la gestione del parco. «Questo è il sogno della mia vita» aveva dichiarato allora la Temperini. Oggi, però, le cose sono nettamente cambiate. Un anno e due mesi di Covid hanno fiaccato l’iniziativa. È vero che se oggi l’impianto fosse stato aperto avrebbe potuto lavorare. Sarebbe stato operativo al cento per cento. Ma è anche vero che le attività dei bar e della ristorazione sono state sinora quelle più colpite dalle chiusure imposte dai decreti. Marcella Temperini dice solo poche parole: «Rinunciamo all’intervento. In questa situazione è impossibile». C’è ancora in ballo una convenzione, sottoscritta con il Comune e su questo la Temperini ammette: «Non so cosa possa succedere. Dal punto di vista legale non mi sono informata». Certo è che la convenzione era stata sottoscritta, ma non perfezionata con il contratto. Poi è intervenuta la pandemia a congelare tutto e adesso diventa difficile capire cosa succederà nel prossimo futuro se non che per il Parco Nati si profila l’ennesimo flop. L’investimento della srl “Il Chiosco” di cui è amministratore la Temperini avrebbe dovuto essere consistente, superiore ai 130mila euro. Era un progetto ambizioso che prevedeva  il ripristino dell’area piantumata, la rimessa in funzione del laghetto, l’integrazione dei giochi, i camminamenti, le panchine, i cestini. Questo solo per soddisfare le esigenze pubbliche. Poi avrebbe dovuto attrezzare il bar per accogliere i clienti e gestirlo. «Un’impresa,  oggi impossibile». 

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