La situazione degli impianti sportivi di Mortara è in un momento di forte ristrutturazione. Servono impegno e anche tanti soldi. Il Comune di Mortara ha deciso di affidarsi ad Asm per la gestione diretta delle piscine, del campo sportivo, del palazzetto di via Dell’Arbogna, della palestra della Media a cui si accede da via Carlo Bianchi e del pallone di via Troncone. La gestione, la custodia e i primi progetti di manutenzione ordinaria e straordinaria sono in corso e stanno per essere esaminati dall’azienda mortarese presieduta da Simone Ciaramella. Il problema maggiore, oggi, sembra essere quello del calcio, dove i cambiamenti per la società sono stati, da un anno a questa parte, molto invasivi. In tutto questo è stato dimenticato un impianto storico, il Campo Alessio, dietro al cimitero, abbandonato a se stesso. Sembra non essere più di nessuno e allora ecco che si fanno vivi dei ragazzi e ci giocano a pallone.
Le porte ci sono, in questa stagione di fine inverno, l’erba è bassa e allora si possono tirare quattro calci. Ci provano tre ragazzi che si divertono. Una scena d’altri tempi, quando si giocava dappertutto. La voglia del calcio non può essere sottovalutata in un Paese come l’Italia. E non può passare solo attraverso le società sportive “organizzate”. Il vero problema è che Mortara ha un campo di calcio comunale, illuminato e abbandonato a se stesso. Certo, non è tra quelli che deve gestire Asm e non è neppure tra quelli di cui si occupa direttamente il Comune. Non solo, non è neppure tra quelli che il Mortara calcio può curare. Non lo vuole nessuno. Il presidente del la SS Mortara, Massimo Sommi racconta la sua storia: «Questo campo è stato gestito dal calcio Mortara, per decenni, ma la gestione degli impianti è costosa. Quando a dicembre del 2018 ci dissero che non avremmo più avuto i contributi comunali, comunicammo che lasciare indietro questo campo sarebbe stata la prima mossa obbligata. Lo dedicavamo a diversi allenamenti, anche perchè c’è l’illuminazione serale. Ma la manutenzione costa e non ce la potevamo più permettere». La struttura era nata con i frati e il Franciscanum, dopo la fusione tra Silvabella e Mortara passò alla società unica e quindi al Comune. Oggi sembra che manchino addirittura i documenti ufficiali in merito alla proprietà di una struttura che non vuole più nessuno. Ma i ragazzi ci giocano.