L’archivista Marta Bonzanini racconta le “lettere di guerra”

Per il ciclo “Conosci davvero la tua terra” verranno illustrati il 30 giugno alcuni carteggi epistolari per la maggior parte della Campagna di Russia

Al Civico 17, parlerà Marta Bonzanini mercoledì 30 giugno (ore 17) per il ciclo: “Conosci davvero la tua terra?”. Con le “Lettere di guerra dell’archivio della cultura popolare del Novecento Respighi-Palmi” l’archivista vigevanese da marzo si è presa l’incarico con la cooperativa gli Aironi di gestire anche l’archivio del comune di Mortara. Da quattro mesi hanno proceduto allo scarto dell’archivio, già aperto al pubblico, e ora stanno sistemando e riordinando i documenti. «Per settembre miriamo a delle presentazioni e progetti con le scuole. È una collaborazione tra la nostra cooperativa e il comune di Mortara» afferma Bonzanini, orgogliosa del fatto che l’archivio del 900 che ha sede a Vigevano e compie un anno in questo periodo, abbia ottenuto il riconoscimento di “Notevole interesse storico” da parte della sovrintendenza archivistica e del ministero dei beni culturali ed è il più grande riconoscimento che lo Stato può dare a un archivio privato. «Al Civico 17 mercoledì verrà presentato cosa sia un archivio e verranno letti brani di lettere e di carteggi della campagna di Russia, che compongono il 90% dei carteggi epistolari raccolti. Verranno mostrate anche foto. Si tratteranno i temi principali dell’archivio di cultura popolare del ‘900 perché anche se sono lettere che vengono scritte da vari fronti di guerra, l’argomento di queste missive non era la guerra, sia per la censura sia perché l’interesse dei soldati era rivolto verso la cultura e il paese. Si apre così una finestra sulla gente comune per la maggior parte contadini e abitanti delle zone montuose della prima metà del ‘900» afferma la Bonzanini. L’avvio della collezione dell’imponente documentazione raccolta nell’Archivio di Cultura Popolare del Novecento, per la prima volta reperita in tutto il territorio nazionale, si colloca nel momento in cui Gianna e Antonio Respighi hanno iniziato l’opera di raccolta di piastrine di caduti e dispersi in Russia. Ad oggi circa trecentottanta di queste sono state riconsegnate a famiglie residenti in ogni regione d’Italia. «Dal momento in cui anche gli appartenenti alle fasce più umili della popolazione hanno avuto accesso all’istruzione pubblica ed hanno iniziato un percorso di alfabetizzazione, non hanno mancato di esprimersi con il loro “dialetto italianizzato”. Ritengo che queste carte, fragili e tenaci, che sono sopravvissute per più di settant’anni a coloro che le avevano scritte, meritino di riacquistare la propria voce – prosegue – custodiscono infatti un profondo insegnamento, la capacità di affrontare il destino con una rassegnazione piena di dignità, di porsi domande, di esprimere pensieri e sentimenti, di non spezzare mai il filo degli affetti. Molte carte di questo genere si trovano ancora nei cassetti, nelle cantine di tante famiglie. Invitiamo dunque quanti ancora posseggono documenti di questo genere a contribuire alla raccolta promossa con la nascita di questo archivio».

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