Daniela Magni, dalla grande multinazionale alla Ferramenta Ubezio. Un viaggio che ha avuto un denominatore comune: l’intraprendenza

La passione per le lingue straniere, un’avventura importante in una grande multinazionale e quindi una scelta di vita: quella di acquisire una storica attività locale in un ambito mai toccato in precedenza. Chiacchierare con Daniela Magni, titolare della Ferramenta Ubezio, vuol dire poter intraprendere un viaggio assolutamente non banale. Fatto di esperienze personali e lavorative intense, un percorso articolato e di valore. «Dopo aver frequentato il liceo linguistico – racconta Daniela Magni, 56 anni – studiai presso una scuola per interpreti a Milano, ottenendo un diploma di specializzazione. Le lingue erano inglese e francese, ma c’era anche un po’ di tedesco. La mia personale aspirazione era quella proprio di parlare le lingue straniere e di andare all’estero. Così cercai di lavorare in alcuni ambiti specifici. Trovai un impiego presso una multinazionale inglese, la British Petroleum». Una grande realtà, la cui denominazione ufficiale è oggi “Bp plc”. «Iniziai a 26 anni, e gestivo l’Europa. Organizzavo eventi, giravo spesso e avevo un ruolo di responsabilità. Abitavo a Pavia, città d’origine di mio marito, e lavoravo per la sede di Milano, ma mi spostavo spesso. Ho lavorato dieci anni per loro» racconta quindi la Magni, che prosegue: «Le mie prospettive sono poi cambiate quando sono nati i miei figli. A quel punto mi pesava girare molto, ho preferito fare scelte diverse. Anche perché la British Petroleum decise, come tante altre grandi società, di centralizzare l’attività, e quindi mi sarei dovuta trasferire all’estero. Si è trattato di fare una scelta di vita. Io sono figlia di agricoltori, mio padre Luigi è sempre stato un imprenditore legato alla terra, e avrebbe voluto avermi al suo fianco in quel mondo e che seguissi l’azienda di famiglia, ma io non ho mai avuto un grande trasporto verso l’agricoltura». Ma una cosa, nei pensieri di Daniela Magni, è stata presto chiara: «Dopo circa un anno e mezzo passato a casa dopo aver avuto mio figlio Gabriele, che è nato nel 2000, ho compreso che sicuramente restare ferma non sarebbe stato adeguato per il tipo di persona che sono». Quando hai dentro di te quel qualcosa che ti spinge a sperimentare, d’altronde, risulta impossibile non prendere una certa rotta: «Mio padre ha sempre avuto il pallino della ferramenta, e un giorno mi chiese molto chiaramente se mi interessava questo settore, perché a Mortara la Ferramenta Ubezio era in vendita. Su due piedi non diedi una risposta precisa, sta di fatto che nel giro di poco tempo l’attività era nostra. Mio padre ha sempre avuto uno spirito imprenditoriale forte, sapeva vedere le cose prima degli altri. I suoi insegnamenti e il suo piglio, oggi che non c’è più, mancano molto». Siamo quindi nei primi anni Duemila, e la famiglia Magni si lancia in questa nuova avventura: «Mia sorella Costanza – prosegue Daniela – venne inizialmente ad aiutare, e ci buttammo in questa attività che per noi rappresentava un’assoluta novità. Si trattava di un’azienda avviata, con un suo parco clienti. Nel tempo innestammo le nostre idee, il personale andò in parte in pensione e quindi ci furono dei cambiamenti». Potrebbe apparire inusuale pensare a una donna alla guida di una ferramenta, ma in questo caso tutto ha assunto un senso ben preciso. Tra lavoro e vita privata: oggi accanto a Daniela Magni lavora il figlio maggiore Edoardo, diplomatosi al liceo scientifico. «Mentre Gabriele, studia economia aziendale all’università». Quali sono state le principali sfide in questi ultimi vent’anni? «Quando rilevammo la ferramenta ci fu il passaggio dalla lira all’euro, fu tutt’altro che semplice. Ma non dimentichiamo la digitalizzazione, una rivoluzione. Un tempo i documenti erano scritti a mano». Nel 2007 un altro passo avanti, con la creazione di una nuova area espositiva di duemila metri quadri. «Abbiamo fatto diversi investimenti, malgrado la crisi che ha colpito tutti, perché abbiamo sempre creduto e crediamo in una ripresa economica». Nell’ultimo anno e mezzo, anche in piena emergenza sanitaria, le porte di Ubezio sono sempre rimaste aperte: «Siamo andati avanti, cercando di implementare alcuni settori come il giardinaggio. Come detto, noi cerchiamo sempre di guardare avanti, questo è il piglio che ci contraddistingue. Il problema principale oggi riguarda le materie prime che stanno venendo a mancare, e questo  – conclude Daniela Magni – sta comportando un aumento di determinati costi. Ma noi manteniamo la nostra rotta, con fiducia e impegno». 

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