Il campione olimpico nei 10.000 metri piani ripercorre la sua vita nella biografia: «Ognuno ha il suo talento. Scegliere è l’unica strada per continuare a crescere»
MORTARA – Una vita passata attraverso scelte difficili, facendo ciò che sapeva fare meglio: correre, più veloce dei suoi avversari. “Con la testa e con il cuore” è il titolo della biografia di Alberto Cova, edita da Sperling & Kupfer, in libreria dal 10 marzo. Il campione olimpico nei 10mila metri piani a Los Angeles 1984, da anni residente a Mortara, si racconta attraverso la penna di Dario Ricci, giornalista di Radio 24, ripercorrendo tutta la sua storia di atleta, incominciata a 14 anni con la sua prima gara e sviluppata con la perseveranza, l’istinto e la voglia di vincere. Tutte qualità che lo hanno portato a essere il migliore di tutti. «Ho racchiuso – racconta Cova – pensieri e riflessioni in ogni momento della mia vita personale. Negli ultimi anni mi sono occupato di formazione aziendale cercando di raccontare il mio vissuto e spiegando come raggiungere obiettivi per un’impresa abbia molto a che fare con le vittorie conquistate in ambito sportivo. Allora mi sono convinto a cercare di mettere insieme tutte le emozioni che ho provato io e avevano coinvolto tante altre persone: i più anziani che si ricordavano ancora delle mie gare e i più giovani che le avevano sentite dai loro padri». All’interno della pubblicazione sono contenuti estratti degli articoli giornalistici dell’epoca che hanno raccontato la sua carriera di atleta che, tra le altre cose, l’hanno portato a essere tra il 1982 e il 1984 il dominatore dei 10mila metri piani, l’unico italiano a essere stato campione olimpico, mondiale ed europeo nei 10mila metri piani (record eguagliato dal britannico Mo Farah, nel 2016). Con 27’37”59 (tempo registrato a Losanna, nel 1983), è al sesto posto nella classifica degli italiani di tutti i tempi che hanno gareggiato in questa disciplina. «All’epoca – racconta Cova – oltre alla classica educazione fisica ci facevano fare anche l’atletica leggera. Poi, nel 1972, è nata l’Atletica Mariano Comense di Carlo Pozzoli (ex nazionale azzurro di salto con l’asta, ndr), con cui ho fatto le mie prime gare nei 5mila metri piani. Dopo c’è stato l’incontro con Giorgio Rondelli che fu mio allenatore e mi convinse a passare alla distanza doppia. Il resto è storia». Ma qual è stata la vittoria più bella? «Ho avuto la fortuna di vincere tutto ciò che si poteva vincere – sostiene Cova – di sicuro trionfare all’Olimpiade è il sogno di ogni atleta. Ma per arrivarci ci sono voluti tanti passaggi. Prima c’è stato l’oro agli Europei di Atene, nel 1982, in cui partivo come outsider. Poi l’anno successivo i Mondiali a Helsinki, la gara che è stata la più valida dal punto di vista tecnico, vinta in recupero. Ognuna di esse rimane ancora impressa nella mia mente: impossibile dimenticarle». Il libro contiene anche un messaggio per i più giovani a non arrendersi mai, coltivando i propri sogni e lottando ogni giorno per perseguirli. «Ognuno di noi ha la sua Olimpiade da fare – dice – l’importante è fare delle scelte per andare avanti e crescere. Io credo che chiunque abbia un talento da sviluppare. Quello che facciamo è frutto delle nostre decisioni. Lo facciamo perché ci interessa. Tutti se fanno sport possono diventare campioni se lo vogliono. Ogni scelta diventa essenziale, perché la differenza tra vittoria e sconfitta può essere in un centimetro, in un millesimo. Situazioni che ognuno di noi vive nella propria quotidianità. Ma scegliere è l’unica strada che abbiamo per crescere», conclude.