Marchesini, il canoista e parà disabile che vuole gareggiare con i normodotati

L’ex assessore a Tromello ora sogna una nuova sfida: «Vorrei insegnare ai giovani ciò che lo sport mi ha dato. Nel frattempo prendo anche il brevetto da paracadutista»

Gareggiare stabilmente con i normodotati e insegnare ai più giovani cosa vuol dire praticare l’attività sportiva, lui che grazie allo sport è riuscito a rinascere a seguito di un dramma personale. Sono queste le nuove sfide di Riccardo Marchesini, nel recente passato assessore allo sport di Tromello, che in passato ha ottenuto svariati record e riconoscimenti personali  come canoista. Tra questi sette titoli regionali, il titolo mondiale nella para-canoa, la medaglia d’oro Coni per meriti sportivi. Tra le altre cose, nel 2015, è stato il primo disabile ad attraversare in canoa 250 km in mare aperto da Ostia a Porto San Paolo, in Sardegna. «Lo sport mi ha dato tanto nella vita – dice Marchesini, che a 17 anni si è visto amputare la gamba sinistra dopo un incidente in moto – e io vorrei cercare di ricambiare. Dal prossimo anno, grazie alla mia vecchia società, il Canoa Club Vigevano, vorrei cercare di spiegare ai più giovani l’importanza di fare sport sempre, e non solamente ora dopo che ci siamo dovuti fermare a causa dell’emergenza Covid-19. In sostanza, vorrei fare quello che ogni sportivo dovrebbe fare, ogni volta che la sua attività sportiva sta per giungere alla conclusione». Nel frattempo sono però diversi i progetti ancora in ballo. «Tra tutte le cose che voglio ricordare – va avanti Marchesini – c’è l’amicizia con Daniele Scarpa (oro olimpico con Antonio Rossi ad Atlanta nel 1996, ndr), che ho conosciuto nel 2010 e mi ha spinto a gareggiare con i disabili. Se sono arrivato a ottenere certi traguardi, devo molto a lui. Come amo ricordare, la disabilità è qualcosa che si può superare, con la forza di volontà e senza abbattersi anche di fronte alle difficoltà della vita. Adesso vorrei tornare a competere anche con i normodotati e mettermi ancora di più alla prova». Marchesini, da un paio di anni, ha iniziato anche a praticare l’attività da paracadustista. Uno dei suoi sogni da ragazzo, prima dell’incidente, era infatti quello di ottenere il brevetto da parà. La sua sarebbe un’autentica impresa in quanto si tratterebbe del primo uomo amputato al mondo a ottenerlo. «Mi mancano ancora un paio di salti nel vuoto da solo per renderlo ufficiale – spiega ancora Marchesini – credo che li farò tra gennaio e febbraio 2022. In questo sono seguito dalla scuola di paracadutismo “Asd Vzone” di Vercelli che mi ha sempre sostenuto nelle difficoltà. Saltare nel mio caso non è semplice. È come se a un uccello gli togliessero un’ala: così avrebbe ancora più difficoltà a volare. Ma io non voglio smettere di farlo», conclude.

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