Gli autotrasportatori in prima linea «Giorno e notte soli con la paura»

Un altro settore che è in strada, per non dire in pista, come se fosse una gara contro il tempo e l’emergenza che stiamo vivendo quotidianamente, è quello degli autotrasportatori. Sono loro che al mattino si alzano per consegnare le merci che arrivano quotidianamente nel supermercato e sono loro che consegnano le materie prime, che non interrompono le filiere non solo agroalimentari, ma di ogni settore. A Mortara una importante ditta che effettua trasporti è la “Bo.Ma” di Fabrizio Bovera, che ha sede in via Primo Maggio. Dispone di 9 camion, e lavora per diverse aziende del nostro territorio. Fino a qualche tempo fa anche per una catena di supermercati. «Abbiamo girato senza sosta a pieno ritmo sino a qualche giorno fa – spiega Fabrizio Bovera – certo che quello che stiamo vivendo è davvero un evento eccezionale e straordinario. Alcune grandi aziende del territorio, che si sono fermate pochi giorni fa, effettuano solo servizi essenziali. Faccio un esempio pratico, per capire. Se servono dei tubi per lavori improrogabili in corso, su cantieri che giustamente non si possono interrompere, questi devono essere consegnati. Anche se l’azienda, nella sua complessità, è chiusa, ma garantisce, con un piccolo gruppo di persone le forniture essenziali da consegnare. E allora ecco che deve per forza scattare anche il trasporto». Bovera è quel che si può dire un “figlio d’arte”. Già il padre ha lavorato nel campo dei trasporti ai tempi in cui Mortara poteva vantare aziende come la Marzotto e la Parein. «Adesso – torna a descrivere la situazione Fabrizio Bovera – abbiamo dei mezzi in circolazione nel campo del recupero degli scarti legnosi. Anche questo è un servizio che non si può bloccare. Le sfaccettature delle attività produttive sono davvero tante». Girare sulle autostrade di questi tempi è davvero come descrivere un film che nessuno avrebbe mai ipotizzato di raccontare: «Strade deserte. Ci siamo in giro solo noi. Lavoriamo anche dalle parti di Ferrara e in Veneto. Fino a poco tempo fa, per attraversare Milano ci mettevano due ore. Adesso lo facciamo in mezz’ora, anche meno. È veramente un mondo surreale». Nelle piazzole, dove ci si deve fermare per forza, è diventato tutto diverso. Gli autisti cercano di mantenere le distanze. «Perchè anche noi – precisa Bovera – non è che ci spostiamo con facilità e spensieratezza come si faceva prima di questa emergenza. Cerchiamo sempre di portarci il cibo da casa, mangiamo qualcosa sul camion mentre facciamo una sosta. Gli autogrill sono aperti, ma anche in questo caso vendono solo prodotti da portare fuori, non si può più fermarsi all’interno. Un bicchiere di plastica e cibi nel sacchetto da asporto. È diventato tutto un incubo ed è proprio per questo che io suggerisco ai miei autisti di portarsi qualcosa per affrontare il viaggio in autonomia». Diversa questione è quella che interessa gli autotrasportatori delle derrate alimentari. «Come dicevo, recentemente noi non abbiamo in corso commesse di questo tipo – prosegue Bovera – ma i colleghi che lo fanno hanno dovuto organizzarsi per stare sul camion praticamente 24 ore su 24. Il servizio deve essere svolto da due autisti e mentre uno riposa l’altro guida. Questo si può fare, è consentito per il personale che lavora presso la stessa ditta. Del resto garantire la consegna è diventato importante per mantenere il livello dei servizi, in un momento in cui i supermercati e le aziende della grande distribuzione sono sottoposte a uno stress notevole». Viaggiare è dunque diventato facile dal punto di vista del traffico, ma difficile per la situazione. «Non andiamo in giro con la serenità che servirebbe – conclude l’autotrasportatore – molte aziende comprendono e scaricano da sole con il loro personale, altre no, quindi è necessario tenere le distanze e utilizzare le mascherine. Siamo a contatto con la gente, ma dobbiamo stare attenti ai posti affollati. Un vero pasticcio». E il futuro? «Questa è la vera incognita. È vero che oggi circolano ancora molti mezzi pesanti, ma altrettanti si sono dovuti fermare. La speranza è che qualcosa possa ripartire dopo Pasqua, ma i conti veri potranno essere fatti solo a fine aprile».

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