La Caritas studia un centro di ascolto per i più poveri

Un centro di ascolto vicariale a Gambolò. Queste erano le intenzioni di parrocchia e diocesi, ma a causa dell’emergenza Coronavirus l’apertura di un’istituzione come quella che avrebbe dovuto sostenere le fasce più povere della popolazione è stata rimandata. Già nelle altre parrocchie che fanno capo al vicariato di Garlasco è stata aperta una struttura di questo tipo. In contemporanea, infatti, la parrocchia si sta organizzando per far ricominciare la distribuzione delle borse della spesa del banco alimentare, che da dicembre l’Auser non fa più. I locali in parrocchia sono già pronti, ma non c’è stato il tempo di organizzarsi. Nei prossimi mesi quindi il parroco e i volontari saranno all’opera per realizzare il centro di ascolto vicariale che vada a sostegno dei più poveri.

Il centro di ascolto è uno strumento messo a disposizione dalla Caritas diocesana, in prevalenza di ascolto e accoglienza di persone in difficoltà, ma allo stesso tempo gli operatori mettono in campo un progetto di “liberazione” dalle condizioni di difficoltà, attraverso un percorso di accompagnamento e reinserimento. Il lavoro viene effettuato in rete con i servizi presenti sul territorio. «Eravamo partiti con la possibilità di avere un centro di ascolto vicariale per le parrocchie che fanno riferimento a Garlasco, – dice il direttore della Caritas don Moreno Locatelli – si tratta di un centro di ascolto di bassa soglia che soprattutto ha l’obiettivo di dare risposte. È una prima accoglienza che dà il via a un percorso che potrebbe proseguire con delle risposte concrete come la consegna di una borsa o di altri tipi di sostegno». Questo tipo di attività si affiancherà a quello della consegna delle borse della spesa.

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