I tamponi rastrellano gli ultimi positivi

In Lomellina e anche a Vigevano si è praticamente fermato l’incremento dei dati delle persone positive al Covid-19. Negli ultimi tre giorni Vigevano ha avuto aumenti di 5 e ieri solo di 3 casi raggiungendo 372 unità. Mortara è salita di uno, poi si è fermata e ieri ha avuto ancora un incremento di una unità per un totale di 95. Una situazione stabile che non si verificava ormai da tempo. Negli altri paesi e città gli aumenti sono fermi o al più salgono di uno. Però il fenomeno rallenta, ma non si ferma. Il motivo è stato ben spiegato ieri dall’assessore regionale alla sanità Giulio Gallera e vale per l’intera Lombardia. Le misure di restrizione sono state efficaci ma il calo delle persone positive non c’è perchè la capacità di fare i tamponi viene sfruttata ancora al massimo e allargata a medici, case di riposo e operatori sanitari. Per cui andando a cercare ed effettuando tanti tamponi è ovvio che emergono i casi residui. Anche alcuni che prima non venivano controllati con l’esame diretto e che spesso si curavano a casa da soli senza avere mai fatto alcun esame. La Provincia di Pavia segue la stessa curva che ha preso da diversi giorni e mantiene il rallentamento. Ieri il numero totale dei positivi era 3.246 con un aumento di 53 casi, che potrebbero essere proprio derivati dal fattore della maggiore ricerca e richiesta di tamponi. La strategia del prossimo futuro per cercare di analizzare la popolazione, però, dovrebbe arrivare appena sarà possibile effettuare una campionatura allargata per individuare coloro che hanno contratto la malattia (anche in forma asintomatica) grazie ai test molecolari o sierologici. Si arriverà, ma ancora non si sa come e quando. Un ulteriore dato positivo che arriva questa volta dagli ospedali è che il grosso e preoccupante afflusso di anziani malati dirottati dalle case di riposo è molto rallentato, per non dire fermo. Si è verificato invece il ricovero, negli ultimi giorni, di persone anche giovani che si stavano curando a casa e che essendo peggiorate hanno ottenuto il trasferimento in ospedale. Un evento che forse non sarebbe successo due o tre settimane fa proprio per la pressione che c’era nei nosocomi. La problematica maggiore della malattia (a parte i casi gravi da Terapia intensiva) resta la lunghezza delle degenze che possono arrivare anche a due o tre settimane.

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