Chiusa la scuola di infermieri, «serve un tavolo istituzionale»

«Non chiudete la scuola di infermieri»: è una richiesta unanime quella proveniente da politici e cittadini in risposta alla decisione del rettore dell’università di Pavia, Francesco Svelto, di bloccare per un anno le iscrizioni alla sezione vigevanese del corso di laurea in Scienze infermieristiche, presagio di una probabile chiusura definitiva nei prossimi anni. Il provvedimento ha da subito fatto discutere – anche in ragione del periodo di emergenza che stiamo vivendo, in cui il personale sanitario si sta dimostrando essenziale – e già il segretario del Partito democratico vigevanese, Alessio Bertucci, aveva affermato che si tratterebbe di «un ulteriore impoverimento per la città», facendo appello all’unione delle forze per evitare la chiusura del corso. Unione che realmente si sta verificando.

Se da un lato i cittadini si sono mobilitati lanciando una raccolta firme – rigorosamente online, viste le misure restrittive ancora in vigore – sul fronte politico il consigliere regionale Ruggero Invernizzi (Forza Italia) ha fin da subito portato la vicenda all’attenzione della Commissione Sanità di Regione Lombardia: «Quando sono venuto a conoscenza della decisione di chiudere la sezione di Vigevano di Scienze infermieristiche, ho contattato il Rettore dell’Università di Pavia per avere chiarimenti: i problemi alla base di questa scelta – che riguardano principalmente la mancanza di personale docente – possono essere risolti a livello ministeriale, per questo sarà importante un’azione coordinata di tutti i soggetti interessati per ottenere una risposta concreta da Roma. Anche se la Regione non ha la possibilità di intervenire direttamente nella questione, al più presto ne discuteremo anche con l’assessore Gallera e faremo pressione sul ministero. Di fronte alla carenza di personale sanitario che oggi è sotto gli occhi di tutti, è fondamentale trovare delle soluzioni per il futuro: per questo mi sto interessando, insieme ai colleghi di diversa parte politica, per ottenere al più presto la riapertura del corso per infermieri». L’impegno in questa direzione è confermato anche dal deputato Cristian Romaniello (Movimento 5 Stelle): «L’obiettivo di riaprire il corso è a tutti gli effetti raggiungibile: al momento la sospensione delle iscrizioni è prevista per un solo anno, in attesa di risolvere il problema delle risorse. Non mi sento di criticare l’operato del rettore Svelto, che purtroppo si è visto obbligato ad applicare una direttiva dell’ex ministro Bussetti, ma ora è importante focalizzarsi sul dialogo – già avviato – con il ministero dell’Università e della Ricerca per trovare delle soluzioni». Tra le opzioni considerate, si era pensato di richiedere al neo ministro Manfredi una deroga per il prossimo anno in ragione dell’attuale situazione di emergenza sanitaria: «Ottenere una deroga sarebbe certo auspicabile, ma il vero obiettivo resta quello di risolvere le problematiche alla radice, affrontando le questioni del personale e delle risorse. Per questo dobbiamo lavorare insieme per ottimizzare il risultato: non bisogna far mancare neanche un uomo» conclude Romaniello.

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