politicamente (S)corretto

di Valeria Fabris

La cocaina, male fisico e sociale

Questa settimana prendo spunto, come quasi sempre succede, da un paio di eventi di cronaca che interessano il nostro territorio. è così che curiosando sulle notizie locali sul web ho letto di un paio di episodi simili fra loro e casualmente avvenuti a non molta distanza di tempo e luogo. Iniziamo citando il primo, l’arresto dello spacciatore della “Pavia bene” che portava le dosi di droga in bicicletta ai suoi rinomati clienti. I fruitori individuati infatti risultano essere, oltre ai ragazzi della movida, anche molti professionisti, imprenditori, e altre figure di spicco della città. Non molto lontano, a Vigevano, il gestore di un pub si destreggia tra la preparazione di pinte di birra e dosi di cocaina. Scoperto dalla Polizia locale si giustifica affermando che, causa la crisi e i cattivi affari, per non chiudere bottega ha incrementato, se così si può dire, l’offerta con un prodotto sicuramente illegale ma molto proficuo. Tipologia di spaccio, tra l’altro, quella “ al bancone” già scoperta nella città ducale qualche anno fa e oggi riscoperta presso questa attività. Di entrambi i casi mi ha stupito la semplicità e la leggerezza delle situazioni. Del primo la consegna in bicicletta, come se stesse andando a comprare il latte. Il secondo come lo spaccio avvenisse in un luogo tutt’altro che riservato e privato. Ma questo perché? Mentre i dibattiti tra maggioranza e opposizione si chiedono, più volte negli anni, se sia giusto o meno legalizzare le droghe leggere, se si possano introdurre con limitazioni e quali possano essere, eccetera le droghe pesanti, la cocaina per prima, dilagano sul mercato fino a diventare qualcosa di normale e usuale al punto che persino lo spaccio diventa una cosa “da bar” o sarebbe da dire, nel caso più specifico , da pub. L’utilizzo è così diffuso che basta cercare in rete i dati relativi alla presenza della sostanza stupefacente nei fiumi lombardi. La coca, infatti, tra i vari effetti che induce nell’organismo, produce una metabolità, poi espulsa tramite urina, particolarmente facile da rintracciare. Ed è così che la coca diventa elemento inquinante e dannoso per la salute dei pesci e di riflesso, per l’uomo, anche per quello che non ne ha mai utilizzato nella sua vita. Le motivazioni della diffusione di questa droga vanno forse cercati sia nei suoi effetti: distorsione cognitiva e delle capacità recettive, sensazione di aumento delle percezioni, accentuazione della reattività fisica e mentale, riduzione dello stimolo di addormentarsi, della fame e della sete, euforia, maggiore socievolezza e facilità di relazione, infaticabilità, incremento della libido. É facile capire che in una società come la nostra dove lo stress la fa da padrona, dove il rendimento deve essere sempre ai massimi livelli, i tempi sono ristretti, la coca trova mercato. Ogni droga è figlia della sua società: nei Paesi del Terzo Mondo si respira colla (o altro ) per non sentire la fame. Nei Paesi Occidentali ci si fa di coca per non sentire la stanchezza ed essere ottimali a lavoro o per divertirsi al massimo nelle serate e per finirle all’alba anche se il nostro fisico chiede del sonno per recuperare la stanchezza del lavoro. Al di là delle ovvie considerazioni sugli effetti per la salute, invito quindi il lettore a una riflessione personale. Soffermarsi e fare una lettura sulla società attuale e a chiedersi quale sia il giusto equilibrio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *