Le mamme sono al lavoro con i figli a casa da curare

Senza nonni e senza aiuti pratici le famiglie che hanno bambini piccoli
o in età scolare sono costrette a fare “gli straordinari” per accudirli

Le famiglie con bimbi in età scolare che hanno affrontato il periodo della chiusura totale per il lockdown si sono ritrovate a dover tornare al lavoro, spesso senza il sostegno dei nonni, senza la scuola e senza i centri estivi da programmare nel prossimo futuro. La situazione è inedita, spesso difficile. Anche i papà sono totalmente coinvolti, quando possibile. «Servono dedizione e spirito di iniziativa» afferma Chiara Delù, mamma di Cecilia, 10 anni e Alice, 12. La prima frequenta la scuola Elementare e la seconda la Media. Chiara è infermiera professionale e ha sempre lavorato. Questo periodo non è stato semplice: «Quando era tutto chiuso mio marito Giorgio (di professione architetto ndr) era rimasto in casa per la chiusura dei cantieri e degli uffici. Per cui mi ha sostituito pienamente. Del resto anche la nonna è stata giustamente isolata, come si consiglia e come si è fatto per preservare la salute degli anziani, ma questo ha creato un problema». «Ora – prosegue Chiara – stiamo vivendo la fase dell’apertura delle attività e anche mio marito ha dovuto recarsi al lavoro. Abbiamo dovuto trovare una soluzione nuova e per fortuna siamo riusciti ad avere il bonus baby sitter. Con questo nuovo progetto in corso al mattino dobbiamo dire grazie anche ai maestri e insegnanti che stanno seguendo le ragazze assegnando impegni e compiti quotidiani. Per il futuro, però, di centri estivi non abbiamo ancora sentito parlare e questo potrebbe essere un problema. Lo scorso anno hanno frequentato quello della Civica scuola musicale, quest’anno ancora non sappiamo». Un’esperienza simile, ma con bimbi più piccoli è quella di Silvia Piccardi, grafica e designer, libera professionista, che ha un bimbo di 10 anni, Thomas, in quarta elementare e Daniel, 6 anni, che frequenta la prima. «Io sono sempre stata a casa, così come mio marito – dice – e abbiamo usufruito dello smart working, ma oggi per lavorare e seguire i bambini mi devo alzare alle 5 del mattino, poi dalle 9 alle 12 devo per forza seguire loro, decisamente il più piccolo, meno il grande che è molto auronomo davanti al computer per seguire lezioni e indicazioni degli insegnanti. Daniel, invece, non può fare da solo. La maestra manda via mail un programma che va svolto e riconsegnato. Nel frattempo cerco di capire se il grande ha bisogno di qualcosa». Al pomeriggio lo svago in giardino. «Per fortuna all’aria aperta. I ragazzi ne hanno giovato parecchio. I nonni sono rimasti isolati, ma ora dobbiamo pensare all’estate, senza centri estivi sarà un altro problema serio da affrontare».

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