A cura di Don Cesare Silva.
Le origine di questo santuario che sorge nell’omonima frazione a nord di Mortara risalgono a prima dell anno 1145. Questa chiesa divenne meta di devozione mariana fin dalla metà del secolo XIV a causa di un evento miracoloso. L’immagine della Madonna con il Bambino che si venera all’altare maggiore risale al 1514. Nel 1542 il comune di Mortara stabilì di onorare annualmente la Vergine in questo santuario ogni 18 aprile in ricordo di un fatto prodigioso avvenuto tre anni prima. Nel 1568 la chiesa fu aggregata al convento domenicano di San Pietro Martire a Vigevano. Nel 1780 passò ai Lateranensi di Santa Croce a Mortara dalla cui parrocchia dipende attualmente. Fu restaurata nel 1915 e in anni più recenti. La facciata tardo quattrocentesca riprende la tradizione lombarda mentre l’interno a navata unica con otto cappellette semicircolari laterali presenta un respiro già rinascimentale. Sull’arco frontale vi è un grande affresco di Fernando Bialetti raffigurante la battaglia del 774 tra Carlo Magno e Desiderio e la morte di Amico ed Amelio (1915). Il capicroce presenta un tiberio sostenuto da colonne di stile tardo romanico. L’abside rettangolare si conclude con un altare marmoreo barocco che ha come pala l’affresco di Tommasino da Mortara. Ai lati sono affreschi di G.B. Crespi detto il Cerano (1595) al quale si attribuiscono le due statue in stucco. Tra le opere ricordiamo un tondo in pietra con raffigurato il Busto di un vescovo riconosciuto in Sant’Ambrogio quando fu rinvenuto tra i resti della chiesa medievale di San Vittore nel 1905 che sorgeva nell’area dell’attuale istituto Cappa Ricci in Mortara.