GARLASCO – Parla l’ex comandante dei Carabinieri di Garlasco e ripercorre i punti critici dell’inchiesta: le biciclette mai verificate, il magazzino ignorato, i rilievi incompleti. Smentisce la pista satanica e loda la nuova Procura. Per Marchetto, il punto non è riaprire vecchie ferite, ma mettere in chiaro ciò che non fu fatto: «Le indagini non furono condotte a 360 gradi. E se, dopo 18 anni, siamo ancora qui a parlarne, è il segno che qualcosa è rimasto incompiuto». E sulla riapertura del caso da parte della nuova Procura di Pavia, non ha dubbi: «Un plauso, scrivilo pure a caratteri cubitali. Qualcuno, finalmente, sta facendo il proprio dovere. Se riapri un’inchiesta dopo 18 anni, è perché hai qualcosa in mano. Il resto lo stabiliranno gli accertamenti».