MORTARA E DINTORNI NELLA STORIA – La Lomellina nell’età pre-romana

a cura di Simone Tabarini

Prima che Roma estendesse il suo dominio sul Nord Italia, la Lomellina era già abitata da comunità, immerse in un paesaggio di boschi, fiumi e pianure fertili. Tra il IX e il IV secolo a.C. prosperò qui la cultura Golasecca, una delle più raffinate civiltà dell’età del Ferro. I suoi abitanti, legati ai corsi del Ticino e del Po, erano agricoltori, allevatori e artigiani del metallo, ma anche commercianti capaci di intrecciare scambi con l’arco alpino e l’Europa centrale. Le necropoli rinvenute a Valeggio Lomellina e Dorno, oggi documentate nel Museo Archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano, raccontano un mondo complesso: tombe a cremazione, urne, armi e ornamenti descrivono una società organizzata e spiritualmente ricca. Queste genti, di matrice ligure-golasecchiana, rappresentano le radici più antiche della regione. Verso il IV secolo a.C., la pianura padana fu raggiunta dai Celti, in particolare dagli Insubri, che portarono nuove tecniche e simboli guerrieri. In Lomellina non ci fu una conquista violenta, ma una fusione di culture: gli oggetti celtici si mescolarono ai manufatti golasecchiani, segno di un’integrazione graduale. Le fonti antiche ricordano i Laevi e i Marici, popoli liguri insediati tra il Ticino e il Po, forse fondatori di Ticinum (Pavia). A Lomello, l’antica Laumellum, la continuità di occupazione dal Bronzo finale al periodo celtico testimonia la lunga vita di questa identità locale, forse legata a un nome di origine ligure. Nel III secolo a.C. la conquista romana mutò profondamente il territorio, ma sotto le nuove leggi sopravvissero la memoria e il patrimonio culturale delle genti che, molto prima delle legioni, avevano plasmato la Lomellina pre-romana.

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