FIXING BUGS – L’eleganza

A cura di Fiat Lux

L’occidente ama l’eleganza, anzi, l’eleganza è un segno distintivo della cultura occidentale, oserei dire europea, soprattutto, ma che dico, italiana. Gli italiani sono eleganti, qualche volta anche i francesi, ma diversi. L’Italia è la patria dell’eleganza, non la Francia. Eh vabbè i Couturier storici sono francesi, ma noi non siamo da meno e, anzi, potremmo dire con orgoglio che gli allievi italiani hanno superato i maestri francesi. Ma che cosa intendiamo oggi noi per eleganza? Qual è la declinazione più con temporanea di questo concetto di bellezza? Come scriveva Balzac, “l’eleganza è la scienza di non fare nulla come gli altri, e di farlo bene”. L’eleganza femminile moderna, dopo l’esperienza di Coco Chanel, non riflette più il desiderio di mostrarsi perfette, ma affianca la donna nel coraggio di mostrarsi autentica, in equilibrio tra gusto e libertà. Oggi l’eleganza non tollera travestimenti, l’eleganza è coerenza tra il contesto e l’abito. Non è necessario tradire sé stesse se si cambia il contesto, quello che usiamo chiamare “l’occasione” è un momento in cui la propria indole può esprimersi, non mascherarsi. Un tailleur può essere perfetto, in una riunione di lavoro, ma può essere fuori luogo in un pomeriggio al mare con la famiglia, non esiste l’abito per tutto, ma soprattutto, per fare tesoro della lezione di madame Chanel, less is more, il meno è meglio. L’ostentazione è cattivo gusto, che si tratti di un abito costosissimo, o di un intimo troppo in evidenza, o di una gonna troppo corta, o di un tacco troppo alto, il troppo stroppia. Sempre. La libertà personale è segno di emancipazione femminile, un traguardo a cui non si deve rinunciare, ma senza esagerazioni, senza travestimenti. Eleganza è la ricerca dell’equilibrio di forme, colori, dettagli. Mai perdersi i dettagli: un rossetto troppo rosso di mattina, una tinta di capelli troppo artificiale, un fuseaux in chiesa, un tacco stiletto in una cerimonia campestre, tutto parla di noi, ma soprattutto permette a tutti di parlare di noi, perché il diavolo sta nei dettagli molto più spesso di quanto ci stia Dio, e sta solo a noi decidere se ospitare Dio o Satana nella nostra borsetta griffatissima.

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