Siamo agli sgoccioli. Mancano quattro mesi e il contenzioso tra Mortara e Parona sui proventi del termovalorizzatore potrebbe precipitare davvero in giudizio davanti al Tar della Lombardia. Ed è molto probabile che succeda. «Il tempo per la transazione è quasi finito – afferma il sindaco del Comune di Parona, Marco Lorena – noi abbiamo fatto una proposta ultimativa. Non accettiamo un principio che non abbiamo mai condiviso, ovvero quello della prosecuzione dei pagamenti a Mortara oltre la scadenza della convenzione scaduta nel 2014». La questione si perde nel tempo ed era nata addirittura con l’avvio della seconda caldaia del termo. Parona come proposta per chiudere la vicenda ha offerto anche una cifra, 200mila euro. Con questi soldi, però, il Comune di Mortara deve accettare di chiudere definitivamente il contenzioso. Ma a Mortara non ne sono convinti.
I motivi sono duplici. Il primo è di carattere economico e lo spiega l’assessore al Bilancio Margherita Baletti: «Questa cifra non è congrua per le nostre richieste. Troppo bassa». Mortara, infatti avrebbe pretese per circa un milione di euro. Il secondo arriva dal sindaco Marco Facchinotti ed è una preoccupazione che ha sempre manifestato in merito alla valutazione della vicenda: «Io sono preoccupato per gli eventuali danni erariali che potremmo causare al Comune. Posso essere d’accordo nel trovare una soluzione condivisa, ma vorrei che questo accordo fosse adeguato e non che domani o dopo la Corte dei Conti possa contestare il nostro operato». Sembra di capire che con questi presupposti non ci siano molti margini di manovra. Gli attuali proventi di compensazione ambientale che riceve il Comune di Parona dalla società Lomellina Energia per la presenza del termovalorizzatore sul proprio territorio sono di circa 500 mila euro all’anno. Un tempo erano milioni. «Per noi le cose sono molto cambiate» aggiunge Lorena. L’atto che ha innescato l’intera vicenda era partito dal sindaco Silvano Colli, quando c’era da approvare la seconda linea del termovalorizzatore. Mortara deliberò in consiglio comunale un consenso, a significare l’appoggio offerto al vicino comune. Era allora sindaco Giorgio Spadini. Vigevano invece decise di non sostenere il raddoppio del termo. Ecco perchè Parona concluse un “Atto di concertazione negoziale” che stabiliva una cifra di compensazione ambientale da offrire anche al vicino comune di Mortara. L’atto fu poi successivamente modificato, ma la sostanza non cambiava: a Mortara spettavano dei soldi. Iniziò allora un contenzioso che fu sanato da Parona per i proventi spettanti fino al 2014, alla scadenza della prima convenzione con Lomellina Energia. Il Comune che ospita il termo intendeva chiusa la vicenda con il rinnovo del 2015. Ma per Mortara invece non è così. I soldi li vuole anche per gli anni successivi.