Nasce il sushi d’oca L’idea è di Edo Tolasi

L’idea potrebbe essere rivoluzionaria, in un tempo in cui la richiesta del “sushi” giapponese è al vertice di una vasta platea di consumatori, per la maggior parte giovani. Il lancio del “sushi d’oca” è nato nella Salumeria Nicolino e in particolare da Edoardo, chef e figlio del gastronomo Franco Tolasi. Quest’ultimo è stato presidente del Consorzio del Salame d’oca e il prodotto Igp della città di Mortara fa parte integrante della sua filosofia commerciale. «Abbiamo cercato di unire i prodotti dell’oca con la cucina moderna. Ci abbiamo studiato e adesso siamo ai primi lanci. Devo dire con grande successo e richieste». La vera idea nasce dal giovane Edoardo: «Partendo sempre dall’oca in salumeria ho pensato di unire il riso Carnaroli, che ci vede partner con l’azienda nostra fornitrice Cascina Alberona di Luigi Ferraris, di cui utilizziamo anche del nero Venere». L’oca, ovviamente, è determinante. «Utilizziamo il petto affumicato, oppure stagionato – prosegue Edoardo – ma è possibile realizzare il sushi anche con il classico salame d’oca cotto. La produzione, poi, ricalca la ricetta degli huramaki, del nigiri e del gunkan, che quasi tutti noi abbiamo imparato a conoscere nei ristoranti giapponesi. Piatti delicati, che con l’oca diventano leggermente più saporiti e per questo catturano maggiormente il palato del consumatore italiano». Per una volta, quindi, non c’è un “italian sounding” a danneggiare la nostra gastronomia ma un’inventiva italiana che riprende un piatto giapponese da realizzare con prodotti tipici locali. E nel futuro ci sono esperimenti in corso con la cipolla di Breme, l’asparago di Cilavegna e la mostarda di Voghera.

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